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Matteo Garrone, asso pigliatutto ai Nastri d’argento: otto premi per “Dogman”

Di Redazione |

Taormina (Messina) – “Dogman”  di Matteo Garrone trionfa ai Nastri d’argento 2018, organizzati dal Sngci (sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani) con ben otto premi: miglior film dell’anno, regia, produzione, scenografia, sonoro, montaggio, casting director e attori protagonisti Marcello Fonte e Edoardo Pesce. Il regista è Marcello Fonte arrivano dritti sul palco dalla Francia dove il film è appena uscito in sala. Pesce (visto prima di “Dogman” in “Cuori puri” e “Fortunata”) è a Taormina l’intera giornata a godersi questo successo (“Temo d’essere chiamato sempre per un certo ruolo, sto già cercando di cambiare”).

“Loro” di Paolo Sorrentino (intero film) è premiato per la sceneggiatura e per gli attori Elena Sofia Ricci, Kasia Smutniak, Riccardo Scamarcio. La commedia dell’anno è “Come un gatto in tangenziale”  di Riccardo Milani con Paola Cortellesi e Antonio Albanese, simpatici e divertenti fra i flash dei fan. “Ammore e malavita” dei Manetti Bros  vince per musica e canzone. Come opera prima il premio va all’interessante film sociale sulle periferie e i giovani “La terra dell’abbastanza” dei fratelli D’Innocenzo, miglior soggetto è quello di Luciano Ligabue che per “Made in Italy” ritira anche l’Hamilton behind the camera Award. A Massimo Ghini – che però promette di non smettere – va il Nastro alla carriera, a Claudia Gerini il Premio Manfredi consegnato dalla vedova e dalla nipote dell’attore. Edoardo Leo che non nasconde un pizzico di delusione (“non andavo bene come miglior attore?”) è il “Personaggio dell’anno”.

L’edizione n. 72 del premio vede in buona salute il cinema italiano, anche se bisognerebbe capire perché la commedia abbia un ruolo così dominante (più di un terzo dell’intera produzione).La serata condotta da Carlotta Proietti si è svolta al Teatro Antico gremito di pubblico attirato dalla presenza di tanti artisti, a conferma che questa è proprio la festa del cinema italiano. Imperdibile occasione per Taormina ma anche per il Premio Supportato da Regione Siciliana, Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo, Sicilia Film Commission, Sensi Contemporanei, Fondazione Taormina Arte. Premi per la musica a Pivio e Aldo De Scalzi con le liriche di “Nelson”, e per la migliore canzone  “Bang Bang” interpretata da Serena Rossi, Giampaolo Morelli e Franco Ricciardi nel delizioso “Ammore e malavita” dei Manetti Bros. Grande entusiasmo per Luciano Ligabue sul palco da regista (Nastro – Hamilton Behind the camera award). Da segnalare il premio a “Nome di donna”  di Marco Tullio Giordana con Cristiana Capotondi in tema di molestie sul lavoro. Troppi premi? “Forse, – risponde la presidente del Sngci Laura Delli Colli per il direttivo – ma abbiamo voluto sottolineare la qualità della ripresa del cinema italiano, in controtendenza rispetto ai dati delle sale». Già. Perché? Motivo che andrebbe approfondito.

«Se abbiamo dilatato a 7 le tradizionali cinquine – spiega Delli Colli – è perché i premi servono per aiutare il pubblico a scegliere». Il messaggio delle istituzioni arriva da Sandro Pappalardo assessore al Turismo, Sport e Spettacolo alla sua prima edizione della kermesse taorminese («Un’opportunità per ribadire le nostre politiche: attenzione al territorio, allargamento del pubblico, integrazione e scambio con altri settori economici»).  Il neosindaco di Taormina Mario Bolognari, tornato alla guida del Comune 16 anni dopo, ricorda l’antico rapporto della città col cinema. Non mancavano Pietro Di Miceli presidente della Fondazione Taormina Arte, Ninni Panzera che ne è segretario generale, Alessandro Rais direttore dell’Ufficio speciale Cinema. Delli Colli annuncia un progetto: il censimento delle donne nel cinema: «Non quote rosa ma qualità».

A proposito di donne, grandi signore in questa edizione Claudia Gerini per la commedia, Elena Sofia Ricci (protagonista) e Kasia Smutniak (non protagonista) per “Loro”. La Ricci si dice fiera del ruolo interpretato (Veronica Lario) «che ha comportato attenzione, rispetto, delicatezza nell’entrare nei panni non di un personaggio ma di una persona. Man mano che si vede il film di Sorrentino sempre di meno si vedono loro e sempre di più noi. Se siamo onesti con noi stessi».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA