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Squalo spiaggiato dopo combattimento nell’Agrigentino

Di Redazione |

AGRIGENTO – Uno squalo morto di oltre tre metri è stata rinvenuto questa mattina a Borgo Bonsignore, nell’Agrigentino, all’interno della Riserva Naturale Foce del Platani. L’esemplare rinvenuto sulla spiaggia di Borgo Bonsignore, è un esemplare adulto di Verdesca (Prionace glauca), un predatore che vive al largo anche dei nostri mari, lungo tre metri esatti. Lo spiaggiamento deve essere avvenuto nel corso della scorsa notte, dato che non presentava alcun segno di decomposizione e ad un esame esterno, non presentava segni di ferita da elica o ami all’interno della bocca. Ma da un accurata ispezione della testa dell’animale, si è notato una spada, lunga ben 20 cm, che da dietro l’orbita superiore dell’occhio destro, si è insinuata sino alle branche, trapassando tutto il cranio dell’animale. La spada era un frammento della testa di un pesce spada (Xiphias gladius), che usa la sua lama come una vera e propria arma utilizzata sia per predare e sia per difendersi.

«Nessuna allarmismo dunque per i bagnanti che presto affolleranno le spiagge di Borgo Bonsignore – dice Domenico Macaluso, responsabile Scientifico WWF Sicilia – Area Mediterranea, che ha esaminato l’animale – in quanto lo spiaggiamento della Verdesca, è l’esito di un clamoroso combattimento mortale tra grandi predatori, avvenuto al largo dei nostri mari, un rarissimo caso, se non unico, in cui la vittima, invece che il pesce spada (come avviene solitamente), è uno squalo di tre metri».

«La presenza di squali nel Canale di Sicilia è stata da sempre registrata – ha spiegato Macaluso – in quanto questi animali fanno parte dell’ecosistema di quest’area del Mediterraneo. Esistono delle incisioni del 1700, in cui si vede che nelle tonnare si rinvenivano frequentemente grandi esemplari di squalo, mentre io stesso a Favignana, ho visto delle foto a colori, riprese a metà degli anni ’70, di un esemplare di grande squalo bianco di oltre cinque metri. Persino nei fossili inclusi nelle rocce dell’agrigentino, sono stati rinvenuti denti di squalo.

Macaluso evidenzia come «sono diverse le specie di squali presenti in questo mare, dal comune e commestibile squalo palombo, alle verdesche, dallo squalo volpe, al Carcharhinus plumbeus o squalo grigio, ma non si sono mai registrati attacchi ai bagnanti, neppure da parte del grande squalo bianco (Carcharodon carcharias), che secondo uno recente studio dll’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA), ha una sua area di riproduzione, proprio nello stretto di Sicilia, poco al largo di Lampedusa».

La presenza di questi animali suscita sempre preoccupazione, anche se il loro numero rispetto al passato è in netta diminuzione, una progressiva scomparsa, legata alla pesca con i palangari che vengono usati per la cattura dei tonni e dei pesce spada, micidiali strumenti da pesca, che indiscriminatamente, catturano anche squali e tartarughe marine. Per tale motivo sia lo squalo Bianco che il Cetorino e le Mante, sono stati dichiarati specie protette.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA