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La “prima” al Bellini torna a essere un must tra smoking, mise eccentriche ma anche jeans

Di Redazione |

Catania – Appena arrivai al teatro Massimo Bellini per la prima de “La Straniera”, di Vincenzo Bellini medesimo, me ne stavo scappando urlando tanto mi sono sentito attorniato da megere che si stavano sparando la chiappera. Poi, però, ho capito: non erano megere in tiro ma donne di cultura (sbrizziata strate strate) che avevano accuratamente scelto le loro mise, a metà tra strega e coaguara in cerca di toy boy, in una colta citazione dell’Opera che stava andando in scena: Agnese di Merania, moglie ripudiata, si rinchiude in una capanna sul lago di Montolino a soffrire e pinnarsi, fino a quando non si appresenta Arturo, conte di Ravenstal, che se la vuole pigliare anche se è promesso a Isotta (corna ci su) figlia del signore di Mondolino. Gli abitanti del luogo, non sapendo se la signora triste e in cerca di conforto, è una principessa o una strega, per mettersi al sicuro, iniziano a muntuarla “la straniera” (all’epoca l’aggettivo Milf non si usava). Insomma si tratta della storia archetipica della donna abbandonata o trascurata dal marito che se ne va a tiatro a cercarsi un bell’Arturo da scippare a qualche amica. Appurato dunque che le panterone megere erano una citazione colta, piglia, le mettiamo da parte e ci occupiamo solo delle principesse, numerose, ‘nsamai qualche carampana si offende che all’improvviso si accorge che essere elegante e aggraziata è meglio che essere di cultura.

Veniamo alle principesse dunque. Caterina Andò era in Gae Aulenti, o forse era Gae Alunti a essere in Caterina Andò, perché, se parliamo di tiatro, Caterina aulentissima è più potente dell’Aulenti. Emilia Doriana Maria Mignemi, famosa per le sue mise eccentriche ma azzeccate, era in tuta glam sbrilluccicante che sembrava lo specchio dell’acqua del lago quando che ci si riflette sopra la luna, o una cosa del genere. Splendida, come sempre, la chilometrica top Desirée Aresco, che non si capiva bene se era più lunga lei o era più lungo il lungo che indossava, e in tutta questa meravigliosa chilometricità uno non può che provare simpatia per Enzo Costantino, perfetto smoking, che ogni volta che piglia Desirée sottobraccio ci scatta il telepass della macchina. A proposito di smoking perfetti da segnalare quello dei fratelli Bond, Nico e Giovanni Torrisi, accompagnati da due top model: Bice Cicirata, splendida in un abito interamente di pizzo e macramé e Maria Paternò in un tubino semplicissimo e perfetto fino a quando non si voltava svelando un abisso di scollatura sulla schiena. Amanda Succi indovina l’autoironia in un tailleur pantalone di velluto di seta e camicia bianca che richiama uno smoking maschile, accompagnata da Enzo Bianco nell’ormai immancabile smoking a doppio petto che è un tratto distintivo. Molte le mise ispirate al chiarore del lago sul quale la “straniera” si pinna e si sbatte la testa mura mura, ne citiamo due: Laura Foti, in bianco adornato da paillettes e pelo… “sono animalista”… e pelo sintetico, e Claudia Catalano, in bianco e azzurro mosso da un vortice di sentimento e passione, più o meno.

Impossibile non notare un certo impennamento di mondanità rispetto allo scorso anno: saranno le elezioni che si avvicinano, sarà che Catania ogni tanto s’arrusbigghia, ma la folla era tanta ed erano presenti non solo le nuove ma persino le nuovissime generazioni: uno per tutti, debutto alla Prima del Massimo per lo scapoletto d’oro Vittorio Torrisi, corteggiatissimo (non lo dite a sua madre) dinoccolato, british ed elegantissimo in completo blu.Se la stagione continua così, tutto su: le prime al Massimo sembrano tornare un “must”. Nessuna contestazione all’esterno e clima sereno e gaudente all’interno. Che sia di augurìo per il futuro di questa città.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA