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Le magie dei Nebrodi e i futuri “interpreti” della Natura siciliana

Di Redazione |

“Alla memoria di Alessandro Nelson Hood, Duca di Bronte, Visconte Bridport, che in questi luoghi avuti in eredità dall’eroe immortale del Nilo promosse benessere e civiltà”. Così recitano i versi scolpiti sull’obelisco di Serra del Mego. Fu fatto erigere nel 1905 a qualche chilometro dal castello di Maniace nella zona tra Serra del Re e Foresta Vecchia. La centenaria stele si affaccia su una veduta mozzafiato, con vista Etna da un lato; dall’altro si intravede una parte del lago Tre Arie. Ci troviamo sui Nebrodi, in uno dei parchi più belli della Sicilia.

Questa singolare struttura innaturale si trova ad oltre 1.550 metri sul livello del mare in mezzo ad un lussureggiante bosco di faggi, detto della Foresta Vecchia. Per capire cosa ci sta a fare questo “monumento” in mezzo al bosco, è necessaria una digressione storica sull’antico Monastero di S. Maria a Maniace, noto a tutti come Ducea-Castello di Nelson. Questo immenso territorio di oltre 9.000 ettari nel XVIII secolo ricadeva sotto la giurisdizione della Ducea di Nelson, donato nel 1799 da re Ferdinando III di Borbone all’ammiraglio Horald Nelson quale riconoscenza per aver stroncato i moti napoletani; così Nelson si poté fregiare del titolo di Duca di Bronte pur senza la sua personale presenza in loco. A morte, non avendo eredi diretti, la Ducea passò alla nipote Lady Carlotta Nelson, sposata Hood-Bridport.

Le bellezze di questo suggestivo angolo di Sicilia siamo andate a scoprirle insieme ai corsisti per Guide naturalistiche della FerderEscursionismo Sicilia. Partiamo da Portella Segheria: qui si posteggia l’auto per poi incamminarsi su un sentiero a cui si accede da un cancello della Forestale. L’itinerario è chiamato “Sentiero delle sorgenti” per la presenza, appunto, di alcune sorgenti che caratterizzano il percorso permettondo gradevoli e rinfrescanti soste. Lasciato il cancello percorriamo la strada principale asfaltata fino alla sorgente Virgilio nei pressi della quale inizia il percorso, in moderata salita, in sterrato. Fitta la vegetazione: svettano maestosi cerri e, salendo in quota, troviamo faggi e l’agrifoglio. Tra le specie selvatiche presenti la martora, la donnola e il gatto selvatico, rarissimo da avvistare.

Diversi percorsi si inerpicano su questa porzione di Nebrodi catanesi. Ci sono da supporto diverse strutture rese disponibili e costantemente manutenzionate dalla Forestale: tra queste “Segheria”, le case “Trearie” con annessa area attrezzata, “S. Maria del Bosco” con la piccola cappella e il museo etnoantropologico, nonché il vivaio forestale del Flascio. I corsisti sono molto attenti, prendono appunti. Qui si passa dalla teoria alla pratica, e per i futuri interpreti della natura il tutto servirà a preparare l’abilitazione, previo superamento dei relativi esami volti ad accertare idoneità tecnica e conoscenza del territorio.

Il cammino continua: svoltando a sinistra e mantenendoci sul crinale giungiamo fino all’obelisco di Nelson. Questo luogo offre l’occasione per poter ammirare una spettacolare veduta dei Nebrodi, spaziando dal lago Tre Arie alla Serra del Re alla vetta di Monte Soro, con l’Etna che sovrasta in lontananza. L’assessore regionale al Turismo Anthony Barbagallo ci spiega: «Ho voluto fortemente istituire l’albo delle guide di media montagna, facendo seguito alla legge regionale, con un nuovo emendamento aggiuntivo in sede di approvazione della finanziaria. Lo scorso 17 giugno è stato pubblicato il decreto sulla Gazzetta ufficiale della Regione; tra due mesi arriveranno l’avviso per poter partecipare e la selezione dei candidati. La posizione dell’assessorato è abilitare quando più figure possibili perché in questi anni c’è stato un vuoto normativo che non ha permesso lo sviluppo di questa importante figura. La guida naturalistica diventerà così una professione indispensabile che permetterà al turista di essere accompagnato in piena sicurezza in Sicilia lungo sentieri e itinerari escursionistici.

«L’attività di guida di media montagna – continua l’assessore Barbagallo -si svolge in tutti gli ambienti naturali e su qualsiasi itinerario escursionistico, ad esclusione delle zone vulcaniche attive quali i crateri sommitali dell’Etna e dello Stromboli, nonché di percorsi, anche brevi, su pareti rocciose o ghiacciai e comunque su percorsi che comportano difficoltà alpinistiche. Dopo ventuno anni, inoltre, quest’anno l’assessorato ha pubblicato il bando delle guide vulcanologiche in modo da poterne abilitarne venti per ogni anno sino al 2018 diciotto per un totale di 60 guide in tre anni. Avranno il compito di accompagnare il visitatore, nelle zone sommitali dell’Etna o dello Stromboli».

Carmelo Nicoloso, vice presidente di Federescursionismo Sicilia, aggiunge: «Si è raggiunto questo risultato lavorando in sinergia insieme agli attori che hanno preso parte al tavolo tecnico. Congiuntamente con Ferderescursionismo, c’è stata la partecipazione di Federparchi, dell’ufficio di gabinetto regionale dell’assessorato al Turismo, dell’Aigae (l’Associazione italiana guide ambientali escursionistiche) e del Collegio regionale delle guide alpine e vulcanologiche. Mi auspico che altre figure possano essere prese in considerazione nel percorso che attiene la definizione degli esami abilitanti all’elenco speciale per le guida di media montagna. Seguendo uno standard di qualificata formazione professionale che possa essere riconosciuta a livello internazionali quale Mountain Leader».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA