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Prima di successo per “Micio Tempio” ( vietato ai minori) a Zafferana Etnea

Di Redazione |

Zafferana Etnea (Catania) – Grandi applausi all’Anfiteatro Falcone e Borsellino di Zafferana Etnea per la prima nazionale dell’opera teatrale “Micio Tempio” ( vietato ai minori) prodotta dall’associazione culturale “Le nuove Muse” ( Giusi Manna e Simona Di Bella), nata da un’idea di Piero Lipera, scritta e diretta da Rosario Minardi e Marco Tringali che hanno compiuto un’operazione culturale e artistica di grande livello, perché ha esplorato l’universo di colui che a torto è stato visto come un poeta licenzioso, voluttuoso e pornografico. Stiamo parlando di Domenico Tempio o meglio noto come Micio Tempio. «Abbiamo voluto smontare – spiega Rosario Minardi che ha vestito i panni di Tempio-una visione gretta e bigotta di poeta lascivo per fare emergere quella di rivoluzionario della libertà,autore che scrisse in lingua siciliana e cantore della nostra Catania». Una messa in scena originale senza una trama con epilogo, ma costituita da quadri ( piccoli capolavori pittorici) raffiguranti la vita del poeta con un prologo in cui appare Tempio gia vecchio e attraverso il narratore ( Giuseppe Castiglia ) che ha fatto da collante si è tornati con la tecnica del flasbach al 1798. Siamo ai tempi dell’illuminismo siciliano di cui Tempio fu uno degli autori più eclettici nonché teorico e l coscienza intellettuale del risorgimento catanese , del filogiacobinismo che vede in primo piano i catanesi Giovanni Gambino( interpretato da Antonio Caruso) e Giovanni Ardizzone ( Santo Santonocito)Tempio fa un’analisi lucida e critica del suo tempo.

Il suo è un impegno civile che si manifesta attraverso la denuncia aperta delle ingiustizie subite dal popolo sottomesso , lasciato nella sua ignoranza; le sue sferzate contro gli eccessi della nobiltà e gli abusi del malgoverno con i suoi effetti deleteri. «Una missione pedagogica – continua Minardi –quella portata avanti dal poeta attraverso una satira aspra e pungente che mira a eliminare l’ignoranza “causa di tutti i mali”, all’insegna di un rinnovamento morale della società e del riscatto degli uomini dalla miseria fustigando i costumi dell’epoca, analizzando e criticando la società e i suoi protagonisti e condannando falsità e ipocrisie». Puntuale e preciso l’approccio storico legato agli eventi del 1798 , quando scoppia una sommossa popolare a seguito della carestia e che ispirerà a Tempio la sua opera maggiore “La caristia” ( 20 canti comprendenti versi e cronaca).

Lo spettacolo offre in un atto della durata di circa due ore questa splendida panoramica della vita di Tempio , scritta in prosa e versi e i personaggi parlano attraverso i versi per tracciare una storia a volte romanzata a volte reale della vita del poeta catanese dove trova spazio il rapporto con i nobili e in particolare la sua amicizia col Principe di Biscari ( il poliedrico Giuseppe Castiglia) uomo di grande cultura ed estimatore delle sua opera e anche attento al risveglio intellettuale della città. Lui come gli altri nobili commissionavano a Tempio le poesie licenziose che circolavano per il diletto e lo spasso dei nobili , ma furono anche una fonte per il proprio mantenimento. Del resto il poeta si è cimentato con successo nel genere letterario di poesia erotica che va da Catullo a Marziale , fino alla produzione licenziosa medioevale .Viene attenzionato anche il suo rapporto con una baronessa catanese ( interpretata da Rossana Bonafede) e poi anche la sfera piu intima degli affetti privati : il suo rapporto e la convivenza con Caterina( Luana Toscano) balia di sua figlia , essendo sua moglie morta di parto .Questa relazione fece scandalo in quel tempo , perché la balia era vedova con un figlio. Comunque da questa che fu una lunga relazione si evince che Micio Tempio non è affatto un libertino, ma un uomo schivo che non ama frequentare la vita di corte e ama il focolare domestico. Ad arricchire maggiormente questa messa in scena oltre ai gia citati , il cast di attori dellaCompagnia del teatro degli specchi con Lara Marta Russo,Antonio Starrantino, Giovanni Bonaventura,Raimondo Catania,Seby Cangtarella, Gusy Allegra Filosofo, Grazia Ercolano, Carolina Pulvirenti, Daniele Puglisi.

La bellissima scenografia è di Stefano Gambino e i costumi di Antoflash. Insomma «Tempio è Catania e Catania anche se inconsapevolmente è impregnata del pensiero e della poesia di Tempio» a tirare questa conclusione è lo stesso Minardi che ha scritto questa stupenda opera teatrale a quattro mani con Marco Tringali che ha fatto numerose ricerche , consultando testi importanti sulla vita di Tempio e avvalendosi anche della testimonianza di eminenti personalità del mondo Accademico e anche consultando testi sull’autore. Oltre a passi tratti da “, La Caristia” e oltre all’Odi supra l’ignuranza sono state lette : le erotiche : “La futtuta all’inglisa”, “la Minata di dei “e altre . A conclusione anche quella che molti considerano il manifesto di Micio Tempi : “Lu veru piaciri “ che recita così “Non cantu l’armi : li lassamu stari in manu di lli vappi e spataccini. Chi gustu bruttu chistu di cantari straggi sbudiddamenti, ammazzatini Lu sulu dirlu gia mi fa trimari piddizzuni e s’aprumu li rini. Fori di mia li truci oggetti e l’iri: amu la paci e cantu lu piaciri.

Foto di Gaetana GaglianoCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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