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Licata, “sfiduciato” Cambiano, il sindaco anti abusivismo: «Sono deluso e amareggiato»

Di Alfredo Pecoraro |

Minacce e intimidazioni non erano riusciti a fermarlo e neppure i blocchi e i sit-in organizzati dagli abusivi per cercare di impedire alle ruspe di demolire gli immobili costruiti fuorilegge finiti nell’elenco della magistratura che ha ordinato gli abbattimenti.

Ce l’ha fatta invece la politica. Angelo Cambiano, il sindaco anti-abusivi, è stato sfiduciato dal suo consiglio comunale che ha approvato la mozione: 21 i voti che hanno sancito la fine del mandato del sindaco, eletto due anni fa, e che vive sotto scorta dopo le minacce subite e l’incendio di due case appartenenti alla sua famiglia.

La mozione era stata presentata da 16 consiglieri comunali che gli contestano scelte sbagliate che avrebbero fatto arrivare meno risorse nelle casse comunali. «Il vero motivo lo sanno tutti qual è, ma non hanno il coraggio di dirlo», replica Cambiano, che impugnerà l’atto perché «le motivazioni riportate nella mozione sono solo bugie».

Intanto è pronto a tornare al suo mestiere di insegnante di matematica dopo essere diventato il simbolo della lotta contro l’abusivismo nella costa di Licata.

«Sono deluso e amareggiato. Se questa è la fine che fanno gli amministratori che fanno solo il proprio dovere: ho avuto minacce di morte, proiettili, due case incendiate», osserva Cambiano. «Vuol dire che è una classe politica inadeguata, alla ricerca solo del consenso elettorale e non accetto chiamate e solidarietà a posteriori – afferma – Sono amareggiato dalla politica e dalla sua falsità alla ricerca solo del consenso. Quella di demolire immobili non è stata una scelta politica. Ci sono delle sentenze della magistratura che lo hanno decretato e le sentenze vanno rispettate». E ricorda «le parole del ministro Alfano che da capo del Viminale venne a Licata». «Ci ha messo la faccia è vero, quando disse: ‘è finito il tempo della politica che coccola gli abusivì – prosegue Cambiano – Ieri però i consiglieri comunali di Ap hanno votato la sfiducia».

«Licata comunque non è una città di delinquenti – sostiene Cambiano – Ho 36 anni, sono padre da 9 mesi, sono abituato alla paura, vivo sotto scorta. Vorrei riappropriarmi solo della mia vita». Per Legambiente Sicilia la sfiducia a Cambiano «è una delle pagine più tristi e brutte della democrazia italiana».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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