Serie C, per l'Akragas con la Reggina arriva la sconfitta 26
21/09/2016 - 07:30
di Francesco Di Mare
Agrigento - Avrebbe trattenuto per sé la percentuale che invece avrebbe dovuto versare all’Azienda sanitaria provinciale per l’attività cosiddetta «intramoenia. Questa è l’accusa rivolta dalla Procura della Repubblica del capoluogo nei confronti del medico della stessa Asp Giuseppe Micciché. L’uomo con un passato da consigliere comunale nella città dei Templi, assistito dall’avvocato Giuseppe Scozzari è comparso ieri dinanzi al Giudice per le udienze preliminari del Tribunale Stefano Zammuto.
Udienza nel corso della quale l’Azienda sanitaria provinciale ha comunicato di volersi costituire parte civile nel caso in cui il medico fosse rinviato a giudizio e dovesse essere processato. Il giudice ha aggiornato l’udienza al prossimo 8 novembre. Il pubblico ministero Silvia Baldi ritiene che Micciché si sia macchiato del reato di peculato in quanto, nella veste di pubblico ufficiale si sarebbe appropriato di soldi, pare alcune centinaia di euro, destinate invece alle casse dell’Asp.
Il medico, nella veste di responsabile dell’ufficio assistenza domiciliare integrata avrebbe visitato alcuni pazienti in regime intramoenia, ovvero usando i locali dell’Asp, senza versare in alcune occasioni, la percentuale dovuta al proprio datore di lavoro, l’azienda sanitaria appunto. A mettere nei guai giudiziari il medico sarebbero state alcune soffiate alla Guardia di Finanza, tanto da spingere le fiamme gialle ad avviare una indagine a tutti gli effetti. Sono stati interrogati come persone informate sui fatti anche alcuni pazienti del medico. Sarebbero emerse delle diversità fra la somma incassata e quella versata. Uno scenario questo che il medico agrigentino ha sempre negato si sia materializzato, dichiarandosi estraneo ai fatti contestati dalla Procura. Nell’udienza del prossimo 8 novembre Micciché avrà modo di provare a discolparsi o di chiedere eventualmente riti alternativi, rispetto alla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dagli inquirenti.
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