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Ecomafie ed ecoreati, in Sicilia 87 denunce e 14 sequestri. Legambiente: “La nuova legge funziona”

Di Redazione |

Dall’entrata in vigore della legge nel maggio del 2015, e fino al 31 gennaio 2016, sono 947 i reati ambientali accertati, tra delitti e reati contravvenzionali, 1.185 le persone denunciate e 229 i beni sequestrati per un valore complessivo di quasi 24 milioni di euro. Contestato in 118 casi il nuovo delitto di inquinamento e per 30 volte il disastro ambientale.

Nella sola Sicilia, dall’entrata in vigore della legge, sono stati accertati 17 ecoreati, che hanno portato ad 87 denunce e 14 sequestri.

Nelle settimane scorse sono arrivati anche i primi arresti per inquinamento in Abruzzo e Puglia e la prima sentenza sulla nuova legge, da parte della Cassazione su un procedimento giudiziario in Liguria che riguarda un caso di inquinamento nel golfo di La Spezia che ha fornito una prima interpretazione sul nuovo ecoreato di “inquinamento ambientale” introdotto nel codice penale e relativo al sequestro preventivo di una porzione di fondale del golfo di La Spezia e di un cantiere, compiuto in seguito alle attività di dragaggio.

“La legge sugli ecoreati ha portato nuovi strumenti a chi combatte l’illegalità ambientale e comincia a dare i suoi frutti” è il commento di Daniela Ciancimino del Centro di Azione Giuridica di Legambiente. “Sono i numeri a dirlo: reati contestati, beni sequestrati e persone denunciate dimostrano che con l’entrata in vigore della legge si è determinato l’avvio di una nuova stagione per il contrasto delle ecomafie, della criminalità ambientale e degli inquinatori seriali. Questo avviene grazie all’istituzione di nuovi delitti specifici da contestare, come l’inquinamento e il disastro ambientale, mentre fino a ieri magistrati e forze dell’ordine dovevano ricorrere ad articoli previsti per tutt’altro a partire dal getto pericoloso di cose. Sono fondamentali anche il raddoppio dei tempi di prescrizione, le tecniche investigative più efficaci come le intercettazioni e limiti di pena adeguati”.

“I risultati dei primi 8 mesi di applicazione della nuova legge sugli ecoreati, fortemente voluta dalla nostra associazione, stanno dimostrando tutta l’efficacia del nuovo sistema sanzionatorio – afferma Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente -. Dopo i 4 arresti compiuti in Abruzzo e i 14 a Taranto nelle settimane scorse, è arrivata finalmente anche la prima sentenza della Corte di Cassazione sulla nuova legge sugli ecoreati. Si tratta di tre novità fondamentali per la piena applicazione della legge che sta riscontrando sempre più favore tra i rappresentanti delle forze di polizia e della magistratura. La nuova norma insomma sta funzionando molto bene, con buona pace dei denigratori della prima ora. Per rendere ancora più efficace il contrasto agli ecocriminali è fondamentale attivare una grande opera di formazione per tutti gli attori della repressione dei reati ambientali, a partire dai magistrati e dalle forze dell’ordine”.

Identica positiva opinione è stata espressa dal Procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, che nel suo intervento ha ribadito come la legge sugli ecoreati ha fornito un valido strumento operativo alle forze dell’ordine e all’autorità giudiziaria per poter fermare gli eco criminali, soffermandosi poi in particolare sulla situazione della provincia di Agrigento e più nello specifico sull’abusivismo edilizio e sulle mancate demolizioni di immobili insanabili per sentenza definitiva, nonché sulla preoccupante situazione riscontrata, attraverso inchieste e sequestri, nel ciclo di smaltimento e depurazione delle acque reflue.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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