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Crisi idrica, allarme della Regione: mezza Sicilia rischia di rimanere senz’acqua

Di Fabio Russello |

Mezza Sicilia rischia di rimanere senz’acqua a causa dell’aggravarsi della crisi idrica. E se nell’Agrigentino i turni di distribuzione, anche senza la crisi, erano già di sette giorni in diversi comuni (e la prospettiva è che si allunghino) a Palermo addirittura, dopo dieci anni, si torna all’erogazione a giorni alterni.

E’ quanto emerso al termine della riunione che si è svolta all’Assessorato regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità, alla presenza di amministrazioni e Società (Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti servizio 1- Gestione e attuazione del S.I.I., servizio 3 Pianificazione regolazione ed uso delle acque, servizio 4 Gestione infrastrutture per le dighe; Ato 6 Caltanissetta; Caltaqua di Caltanissetta; Girgenti Acque; AMAP; Siciliacque; Acqua Enna; Enel produzione; Consorzio di bonifica 2 Palermo) e dove è stato preso atto “dell’aggravarsi della crisi idrica che sta interessando in maniera particolare le Province di Agrigento, Enna, Caltanissetta e Palermo a causa delle mancate precipitazioni”.

Girgenti Acque la società che gestisce il servizio integrato in provincia di Agrigento da ormai dieci anni (e senza avere mai raggiunto l’obiettivo dell’erogazione 24 ore su 24), ha spiegato ad esempio in una nota che «non potrà più utilizzare l’acqua proveniente dal Lago Leone, fondamentale risorsa idrica con la quale si sopperiva alle varie carenze nella provincia di Agrigento, con le inevitabili ripercussioni. Tale riduzione andrà ad aggiungersi alle due recenti riduzioni effettuate da Siciliacque di concerto con il Dipartimento Regionale. Le riduzioni di portata comporteranno inevitabilmente, ulteriori criticità nella distribuzione idrica in tutti i Comuni gestiti da Girgenti Acque».

La società ha predisposto un piano di redistribuzione e riequilibrio dell’acqua disponibile per ripartire equamente tra tutti i comuni gestiti la riduzione con l’inevitabile allungamento dei turni di erogazione, in taluni casi già particolarmente critica.

Girgenti Acque nella nota ha anche spiegato di avere segnalato “da tempo la grave situazione di emergenza, sollecitando agli Enti preposti l’adozione delle misure necessarie, quali la consegna delle fonti e dell’acquedotto Tre Sorgenti, la riattivazione del dissalatore di Porto Empedocle, il pieno utilizzo di tutte le fonti idriche della Provincia non utilizzate o parzialmente utilizzate, ubicate nei Comuni che non hanno consegnato gli impianti al Gestore del servizio idrico integrato”.

Emergenza anche a Palermo dove l’acqua tornerà ad essere erogata a giorni alterni. Il comune di Palermo in una nota ha spiegato che «il perdurare della situazione di scarse precipitazioni che interessa ormai da mesi la Sicilia, ha portato ad una consistente riduzione delle riserve d’acqua nelle province di Palermo, Enna e Caltanissetta». Il Comune ha spiegato anche come le risorse disponibili negli invasi siano insufficienti: i 4 invasi Poma, Scanzano, Rosamarina e Piana degli Albanesi hanno attualmente una disponibilità di meno di 73 milioni di mc d’acqua a fronte di una capacità superiore a 200 milioni, ed è stata programmata una riduzione del prelievo d’acqua da tutti gli invasi con una conseguente riduzione dell’acqua che sarà immessa nelle reti. A Palermo dunque e senza precipitazioni significative l’Amap avvierà dal 3 gennaio prossimo una turnazione che interesserà a giorni alterni un’ampia parte della città.

«Si tratta con tutta evidenza – dicono il sindaco Leoluca Orlando la presidentessa di Amap Maria Prestigiacomo – di una situazione eccezionale, dovuta alla concomitanza di tre fattori tutti indipendenti dall’azione dell’Amap e del Comune: la siccità, la riduzione della capacità della Diga Rosamarina decisa dal Servizio nazionale dighe per motivi di sicurezza e l’impossibilità di utilizzo dell’invaso di Scillato per i problemi causati alle condutture da alcune frane».

Ma i siciliani sono ormai abituati alla irregolarità dell’erogazione dell’acqua che nel 2016 è stato un problema per il 29,3% delle famiglie siciliane (contro una media nazionale del 9,4%). E’ quanto ha rivelato l’Annuario statistico 2016 dell’Istat. Va anche detto che secondo la stessa statistica due famiglie su tre (il 58,6 per cento) non si fida qualità dell’acqua che esce dai rubinetti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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