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Frana in via Favignana, «la staticità delle case non sarebbe a rischio»

Di Gioacchino Schicchi |

AGRGINETO – Via Favignana, la frana non sta ancora mettendo a rischio le abitazioni, ma nessuno ha chiarezza sulle cause del fenomeno né, tanto meno, ci sono risorse economiche o progetti pronti all’intervento.

Il sopralluogo condotto ieri mattina alla presenza di Genio Civile, Comando di Polizia Municipale e dei Vigili del fuoco a Monserrato, alla fine, ha consentito di portare a casa più interrogativi che risposte, ma ha quantomeno messo in moto un meccanismo che finora era bloccato.

Sì perché, se il fronte franoso attivo era noto ormai da anni ed era stato inserito anche nell’ennesima revisione del Pai (piano regionale per le situazioni di dissesto idrogeologico), ad eccezione di un vecchio progetto “di urgenza” del Genio Civile oggi non spendibile, è assente qualsiasi strumento utile a far fronte in modo immediato al pericolo.

Stando quanto emerso dall’incontro, al quale ha partecipato anche il consigliere comunale Marco Vullo – tra i primi a segnalare, già due anni fa le criticità della zona – gli uffici comunali dovrebbero realizzare una scheda Rendis (repertorio nazionale per la difesa del suolo) e un progetto di fattibilità che, di per sé, dovrebbe consentire l’inserimento in graduatoria degli interventi previsti a livello regionale e gestiti dal commissario straordinario per il dissesto idrogeologico.

Ma non basta. Sì perché il punto da sciogliere, prima degli altri, è l’individuazione dell’origine delle forti perdite idriche che stanno interessando tutto il fronte della frana e che riguardano tuttavia solo la parte terminale della stessa. La Girgenti acque avrebbe già escluso l’origine di rotture della rete corrente, e anzi ipotizzato una forte perdita dalle vasche dei privati più a monte. Una caccia al responsabile che però ha anche un valore essenziale: oltre a porre un freno all’eventuale causa del peggioramento del fronte franoso, infatti, se fosse accertato che il danno è provocato dai privati, non potranno essere enti pubblici ad intervenire, se non in danno ai privati stessi. Se, invece, il rapido peggioramento delle condizioni del costone risulterà connesso alle forti piogge degli ultimi mesi, la procedure potrebbe vedere direttamente il coinvolgimento di Comune e Genio Civile. Insomma, quanto è già avvenuto in occasione di un’altra frana, quella di via Finazzi Agrò, dove si ipotizzò appunto che il crollo fosse da addebitare ad infiltrazioni provenienti da beni privati.

Intanto, come dicevamo, il sopralluogo effettuato a livello di fondazioni ha consentito di escludere il fronte franoso stia mettendo a rischio la staticità degli immobili più vicini al punto di frana.

Ma, dicono in molti, non c’è davvero tempo da perdere.

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