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Tesori di Akragas in mezzo mondo

Di Gioacchino Schicchi |

AGRIGENTO – Il successo della mostra “I tesori di Akragas”, promossa dal Parco Archeologico con l’esposizione di una ventina di beni provenienti dagli scavi della Valle ma esposti (in quanto raccolti e all’epoca rivenduti) al British Museum riporta all’attualità un tema che, per un certo periodo sembrava di stringente attualità: il patrimonio “agrigentino” custodito nei musei di tutto il mondo.

Una caccia che, va ricordato, partì nel 2010 per volontà della Provincia regionale di Agrigento, che prese “carta e penna” e scrisse ai principali musei internazionali: Museo del Louvre di Parigi, British Museum di Londra, Fitzwilliam Museum di Cambridge, Musée di Grenoble, Metropolitan e Paul Getty Museum di New York, Moca Museum di Los Angeles, National Gallery of art di Washington, Steatliche Sammlung di Monaco, Hermitage di San Pietroburgo e Rijks Museum di Amsterdam. La domanda? Sempre la stessa: diteci se possedete beni archeologici che provengono dai nostri territori. Non tutti risposero, ma le risposte arrivate tracciano da sole già un quadro “complesso” e un elenco molto lungo. Partiamo dal British. Qui il Dipartimento di arte Greca e Romana è risultato in possesso di 157 opere d’arte di cui 154 provenienti dagli scavi di Akragas.

Tra questi alcuni di quelli esposti adesso a Villa Aurea: una testa in marmo raffigurante la dea Hera o Giunone del periodo romano, copia dell’originale greco del 420 avanti Cristo, acquistata dal British Museum nel 1875 dall’antiquario romano Alessandro Castellani e un’anfora trovata ad Agrigento del 550 avanti Cristo, raffigurante due lottatori durante un combattimento. Inoltre sempre al British Museum si può ammirare la famosa patera d’oro trovata a Sant’Angelo Muxaro ed acquista nella seconda metà del Settecento da Sir William Hamilton Ambasciatore Inglese nel Regno di Napoli e tornata ad Agrigento (a tempo determinato) lo scorso anno.

Sempre a Londra sono ospitati due reperti di epoca greca provenienti da Licata e altri sette reperti, però di epoca preistorica, e sempre provenienti dalla nostra città. A rispondere alla Provincia fu anche il “Rijksmuseum” di Amsterdam, che tuttavia ospita opere non agrigentine, ma che riguardano il nostro territorio. Si tratta principalmente di quadri di Lous Ducros, uno dei paesaggisti più conosciuti della fine del settecento, venuto in provincia di Agrigento nel 1778. A sua firma sono custoditi 23 dipinti. Presenti anche nove opere pittoriche di Luigi Mayer, altro paesaggista della fine del settecento ed uno del pittore inglese Paul Standby, sempre legate alla rappresentazione dei templi di Agrigento. Passiamo in Francia.

Al Louvre risultano essere presenti 57 opere d’arte provenienti dalla nostra provincia o ispirate ai luoghi della città di Agrigento. Sedici sono opere d’arte greca, tra cui alcuni crateri a figure rosse del 460 aC, alcuni lekythos e figure femminili. Presenti anche 41 tra opere e disegni dei pittori Jean Houel, Prosper Barbot, Achille Michallon, Ernest Hebert, Joseph Benoit Suvee e Jean Louis Desprez, di cui è esposto il quadro sulla vittoria degli agrigentini sui cartaginesi. Di Pierre Henri de Valenciennes è possibile ammirare “L’antica città di Agrigento” del 1780, un olio su tela che riproduce una visione ideale del paesaggio dell’antica Akragas oltre ad una serie di disegni sui templi donati al Louvre nel 1930 dalla principessa Cro Dulmen. Solamente un quadro presente nel museo di Grenoble, dipinto da Nicolas de Stael, datato 1954, intitolato “Sicile”, sul tema della città di Agrigento.

Un elenco lungo, e ancora oggi incompleto. E se, come si sperava, tutta questa ricchezza tornasse, anche se per poco, nella nostra città?COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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