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Favara, abusi edilizi nel Farm cultural park

Di Gioacchino Schicchi |

Favara.Strutture architettonicamente avanzate, ma abusive. E’ quanto la polizia municipale di Favara ha contestato a Farm Cultural Park per alcune infrastrutture realizzate all’interno di cortile Bentivegna, nella zona nota come “I sette cortili”.

Ad operare è stato il nucleo antiabusivismo della Polizia locale, il quale ha rilevato l’assenza delle dovute autorizzazioni, configurando a loro parere il reato di occupazione abusiva di suolo pubblico.

Tutto è divenuto di dominio collettivo grazie alla pubblicazione, sull’Albo pretorio dell’Ente, di un’ordinanza dirigenziale firmata lo scorso 24 luglio dal dirigente dell’area tecnica del Comune che, a sua volta, prende a riferimento un verbale dello scorso 7 luglio dalla squadra di vigilanza edilizia della Municipale che a seguito di controlli nel centro storico ha riscontrato una presunta occupazione abusiva di suolo pubblico all’interno della Farm. Collocati senza autorizzazione sarebbero una “pedana in legno avente forma trapezoidale” di 13 metri e mezza per 5 con “sovrastante struttura in ferro e legno costituita da panche e tavoli con una superficie totale di 53 metri quadrati” (verosimilmente, dal racconto, un palco per esibizioni musicali), così come il padiglione “Equi-latera” (struttura a capanna in legno realizzata prendendo spunto dalla tesi di laurea di tre studenti del Politecnico di Milano), oltre che un pergolato in legno “composto da otto listini in legno fissati ai muri delle abitazioni limitrofe” che occupava oltre 150 metri quadrati di spazio ritenuto pubblico.

Gli agenti, dice ancora l’ordinanza, hanno provveduto ad effettuare un sequestro delle opere nei confronti di Florinda Saieva, in qualità di direttore generale del centro culturale “Farm Cultural Park”. La stessa è stata onerata attraverso l’ordinanza della messa in pristino dello stato dei luoghi “provvedendo alla dismissione delle opere entro 90 giorni” previo richiesta di dissequestro presso le autorità giudiziarie. L’ordinanza, inoltre, si conclude individuando come per situazioni analoghe sia previsto il pagamento di una sanzione amministrativa tra 2 e 20mila euro, ma ad oggi non vi è nel provvedimento alcuna quantificazione.

Abbiamo contattato Farm, ma nessuno, fino alla nostra telefonata, pare fosse a conoscenza del provvedimento di sequestro né della relativa ordinanza di demolizione, che, va precisato, può essere comunque impugnata dinnanzi al Tribunale amministrativo regionale. Al momento, ci hanno spiegato, nessuna replica o precisazione sulla vicenda. Quello che è dato sapere, comunque, è che Farm avrebbe avanzato delle richieste di occupazione di suolo pubblico per le strutture.

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