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La guida Peppe Kona: «Piovevano pietre e lapilli»

Di Grasso Ombretta |

“L’esplosione è stata forte, molto forte, ci piovevano addosso lapilli e pietre incandescenti, è stato tutto velocissimo, siamo scappati” racconta al telefono dall’ospedale Cannizzaro di Catania Peppe Kona, come tutti chiamano Giuseppe Barbagallo, 26 anni, guida di Zafferana, un amore sconfinato per l’Etna, un ragazzo che conosce bene il vulcano e lo frequenta costantemente da anni. Ieri faceva parte del gruppo che si trovava vicino alla colata. “Eravamo a circa 10 metri dal fronte lavico quando c’è stata un’esplosione, il magma è venuto  a contatto con una sacca d’acqua, ha scaldato la neve, ed è saltato tutto, come una pentola  a pressione – spiega – correvamo sotto la pioggia di pietre e lapilli,  la paura c’è stata.  Una pietra mi ha colpito in testa, perdevo sangue, in ospedale mi hanno dato una decina di punti”. Racconta che in quel momento c’erano più di 30 persone al fronte lavico, poche frasi perché il telefono sta per scaricarsi.  “Io sono salito con un amico per passare la giornata in montagna e vedere la colata, c’erano una guida con un gruppo di turisti, la troupe della Bbc, vulcanologi”. C’era anche Giovanni Tomarchio documentarista, guida alpina ad honorem, il giornalista della Rai che con le sue immagini ha raccontato al mondo la bellezza potente, la magia dell’Etna. “Eravamo a quota 2700 metri, siamo scesi a 2500, abbiamo raggiunto la funivia poi mi hanno portato in ospedale – prosegue Peppe Kona – Mai visto niente del genere in tanti anni. Mi sono preoccupato molto per i turisti: erano proprio dietro di me spaventati sotto la pioggia di materiale lavico. Per fortuna sono stati colpiti in maniera lieve”. 

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