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Il talento del jazz

Già in organico con la Banda di Avola, il musicista 29enne avolese è l'unico siciliano nell'ensemble che riunisce i migliori studenti dei conservatori italiani

Di Francesco Midolo |

Chi conosce Fabio Tiralongo, umanamente e musicalmente parlando, sapeva che prima o poi il ragazzo si sarebbe fatto conoscere. Un talento quasi sfrontato, sfacciato, esuberante ma anche attento studioso e mai superficiale. A 29 anni è l’unico siciliano ad essere ammesso all’Orchestra nazionale jazz di Milano. Vieni dall’Isola? E’ stata una della prime cose che gli hanno detto al telefono quando ha ricevuto la conferma di aver superato le audizioni. E lui dall’isola ci viene. Da Avola, terra di musica, conosciuta per la Banda di Avola, di cui Fabio fa parte, per il suo direttore Sebastiano Bell’Arte e per la sua instancabile voglia di formare giovani. Fabio ed il suo sax sono volati a Milano. Una tappa della vita del musicista molto importante.

Fabio TiralongoFabio Tiralongo

«E’ una grande soddisfazione. Sono l’unico siciliano presente in questa orchestra. Il vanto è anche per il mio conservatorio di Messina. Sono un po’ come il simbolo del conservatorio, di quello che ce l’ha fatta. Quando si studia musica, i sacrifici ed i risultati non vengono subito, ci sono delle crisi perché nonostante tantissimo impegno non si viene subito ripagati. Quindi sono molto felice di far parte di questa orchestra perché mi sto accorgendo che tutto ciò che ho seminato fino ad ora non è stato inutile. Adesso sto raccogliendo il frutto del mio lavoro».

E’ un inizio di un nuovo percorso, una porta aperta verso nuovi traguardi. Adesso cosa farai?«In Sicilia nel circuito Jazz sono già abbastanza conosciuto. Questa occasione mi permette di uscire dallo scenario jazzistico siciliano perché gli insegnati di Milano ed il direttore dell’orchestra Pino Jodice sono persone molto importanti nel circuito nazionale. Questa esperienza mi permetterà di mettermi in mostra ai loro occhi e di partecipare a manifestazioni come il Pescara Jazz Festival, una vetrina molto importante. L’Orchestra nazionale jazz non è un orchestra stabile. Sono studenti dei conservatori che ne fanno parte e che ruotano ogni due anni. Ogni anno cambia sede. Quest’anno è stata designata Milano, negli anni avvenire potrebbe toccare a Roma o Torino. Speriamo un giorno anche in Sicilia».

Fabio Tiralongo con Orchestra nazionale jazzFabio Tiralongo, terzo da sinistra, con alcuni dei suoi colleghi dell’Orchestra nazionale jazz

E’ un traguardo che ti sei trovato per strada o era uno degli obiettivi del tuo percorso di formazione?«Tu pensa che questa domanda per entrare a far parte dell’orchestra è stata scoperta da un mio collega del conservatorio di Messina, un mio amico e l’ho ringraziato. Purtroppo non è stata proposta dal conservatorio. Credo e spero che, nei prossimo anni, anche grazie al mio traguardo, si appunteranno nell’agenda questa selezione per proporla agli studenti. Non ci credevo molto e non era nemmeno un progetto centrale del mio percorso di formazione. Quando sono arrivato ad accedere all’audizione a Milano ho cominciato a a far mia la cosa. Ero l’unico scelto in Sicilia ed il giorno dell’audizione avevo un altro impegno importate in Sicilia: il Vittoria Jazz Festival. Sono andato un pò in crisi anche perché non volevo abbandonare i ragazzi con cui dovevamo esibirci a Vittoria. Poi, supportato anche da loro ed egoisticamente pensando anche un po’ a me stesso, visto ero arrivato all’audizione finale ho deciso di andare. Nonostante abbia una personalità forte ed un autostima abbastanza grande, non pensavo di essere scelto anche perché a Milano erano presenti i migliori studenti dei conservatori d’Italia. Del mio strumento eravamo in 8 e ne dovevano prendere 2. Io sono arrivato secondo nella mia graduatoria. Sono il secondo sax tenore. Il primo è un russo che studia al conservatorio di Trieste da un anno. E’ fortissimo. E’ un jazzista già conosciuto nel panorama europeo».

Quali sono i progetti futuri di Fabio Tiralongo? «Frequenterò il secondo anno della specialistica di jazz al conservatorio di Messina. Quindi in realtà non posso progettare molto ai fini concertistici anche se mi piacerebbe fare qualche data fuori Sicilia. Ho le lezioni obbligatorie che hanno la priorità. Però appena termino questo percorso di studi, a luglio prossimo, sicuramente c’è in cantiere un mio disco personale. Intanto a novembre sono stato invitato in un festival jazzistico in Romania, una vetrina molto importante. Con la Sud-Est Jazz Orchestra, un gruppo che racchiude tutti i talenti della Sicilia Orientale, faremo un disco. Quindi fra studio e qualche impegno discografico il prossimo anno è quasi tutto programmato. Ci tenevo a ringraziare la Banda di Avola ed il maestro Sebastiano Bell’Arte, il mio primo insegnante, perché sono stati sempre presenti nel mio percorso musicale. E’ il posto musicale in cui è iniziato tutto. La banda del mio paese è la “situazione” che mi ha formato continuamente. Mi ha permesso di conoscere tanta gente e fare tante esperienze. Ringrazio il mio maestro di jazz, Carlo Cattano con cui tutt’ora studio che mi ha portato nel circuito di jazz, anzi letteralmente mi ci ha buttato in mezzo».

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