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A Palazzolo Acreide dove gli Iblei sono scrigno di storia, natura e sapori tradizionali

Da venerdì 13 a domenica 15 ottobre nella cittadina si terrà l’Agrimontana, la festa autunnale del mangiar bene

Di Paolo Mangiafico |

L’Agrimontana è la festa autunnale del mangiar bene di Palazzolo Acreide, un appuntamento che unisce tradizione e cucina con la bellezza dei luoghi e con itinerari turistici di uno dei borghi più belli d’Italia. La manifestazione è in programma da venerdì 13 a domenica 15 ottobre ed esprime, tra l’altro, la storia culinaria del centro ibleo, patrimonio dell’umanità Unesco, condita con il calore di una comunità ospitale e accogliente.

Palazzolo acreide teatro

Il teatro greco di Palazzolo Acreide

Durante i tre giorni della rassegna si potranno anche visitare le località più suggestive e interessanti percorrendo degli itinerari che sono dei veri e propri trekking urbani. Uno di questi itinerari parte all’interno del sito archeologico e precisamente di un asse viario (platea), con orientamento E-W, che costituiva l’asse viario più importante, che collegava le due porte della città (la siracusana e la selinuntina). Di essa si è messo in luce un tratto di circa 250 metri; presenta una larghezza di 4 metri ed una pavimentazione in pietra lavica di età tardo-ellenistica. Quindi si visita il teatro greco che fu scoperto nel 1824 da Gabriele Judica. Si tratta di un edificio piuttosto piccolo con la cavea, in gran parte ricavata nel pendio della collina, di forma semicircolare come l’orchestra. Si passa, quindi, alla visita del Bouleuterion, del tempio di Afrodite, delle latomie dell’Intagliata e dell’Intagliatella. Si tratta di cave di pietra, trasformate di età cristiana e bizantina in sepolcreti ed abitazioni. Ma la vera attrazione dell’area archeologica sono i Santoni. Si tratta del maggiore santuario finora noto, dedicato al culto di Cibele, la gran madre degli dei, la dea asiatica della natura, che veniva venerata sulle eccelse cime montuose dell’Anatolia.

Palazzolo, Mulino ad acqua Santa Lucia

Palazzolo Acreide, il Mulino ad acqua Santa Lucia

Nel centro storico si potranno visitare il Museo archeologico di palazzo Cappellani, dove è stata allestita la mostra Il gioiello ritrovato realizzato dal maestro orafo Massimo Scirpo, che riproduce un rilievo con divinità. Si tratta di reperto rinvenuto agli inizi del secolo scorso in contrada Serrapalazzo. La mostra racchiude in una teca il gioiello realizzato da Scirpo e la copia del rilievo, che fa parte dei reperti custoditi al museo archeologico “Gabriele Judica” di Palazzolo. La cittadina vanta anche il Museo dei Viaggiatori in Sicilia, in via Maestranza, dove si trova attualmente la mostra Il viaggio di Paolo Orsi. Archeologi e fotografi nella Sicilia Sud Orientale tra il 1888 e il 1832, e, per approfondire le tradizioni contadine, la Casa museo “Antonino Uccello”. Chi è amante della natura potrà percorre Il sentiero dell’antico tracciato ferroviario. A guidare i visitatori-escursionisti saranno i soci dell’ente Fauna siciliana. Il sentiero è costituito di un tratto dell’ex ferrovia Siracusa-Ragusa-Vizzini. L’appuntamento per domenica, alle 9, all’ingresso della riserva Pantalica Val d’Anapo, lato Ferla-ponte diga. Sempre domenica, dalle 9 alle 13 ci sarà la possibilità di andare Alla scoperta della valle dei mulini. La visita riguarda il Mulino ad acqua Santa Lucia. Ci sarà un servizio navetta da piazza del Popolo e dal parcheggio antistante il cimitero ogni 15 minuti.

Museo archeologico Gabriele Judica

L’ingresso del Museo archeologico “Gabriele Judica”

Altra visita, e sempre domenica è quella che prevede il raduno dei partecipanti alle 9,30, in piazza del Popolo, per andare a vedere le Concerie di Palazzolo, opifici rupestri abbandonati, un tempo destinati alla lavorazione delle pelli. Altra vista che si può effettuare è quella che va dalla basilica di San Paolo, raro esempio di barocco, al Castello o Rocca di Castelmezzano. Il Castello fu caposaldo della difesa bizantina nella Sicilia sud-orientale. Oggi restano dei ruderi di quella che fu una fortezza che si impiantava su di una rupe calcarenitica, posta immediatamente a ridosso dell’antico nucleo del paese. L’antica fortezza controllava, a nord, la valle dell’Anapo e instaurava un contatto visivo diretto con il Castello di Buscemi.

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