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Intervista allo scrittore agrigentino

Alberto Minnella: «Racconto il lato misterioso di Ortigia»

Come i due precedenti anche quesato terzo romanzo è ambientato nella Siracusa del 1964. Lo scrittore, che per scrivere la saga usa una macchina per scrivere Olivetti 32: «Volevo una città di mare, vera metafora dell’isola nell’isola»

Di Mariolina Lo Bello |

Siracusa, 1964 non è soltanto il luogo e il periodo in cui ambientare una storia. Per Alberto Minnella è qualcosa di più. E’ diventato un escamotage letterario che si lega a una Olivetti 32 e a una città che ha adottato l’autore agrigentino. Classe 1985, Alberto Minnella ha vissuto a Siracusa fino a qualche anno fa, finchè non si è trasferito a Catania. Ha lavorato come giornalista per il Giornale di Sicilia e il Corriere di Sicilia e come critico musicale per il Megafono.org. Ha studiato musica moderna a Parigi all’accademia di batteria Dante Agostini.

Alberto Minnella

Alberto Minnella nel suo studio con la Olivetti Lettera 32

Ha pubblicato nel 2013 il suo romanzo d’esordio Il gioco delle sette pietre, Siracusa 1964. Nasce dalla sua penna uno dei commissari siciliani, Paolo Portanova, che sta diventando un caso letterario. Quasi per gioco, ha iniziato a scrivere da una Olivetti Lettera 32 che gli è stata regalata a Natale di qualche anno fa. «A cavallo tra il 1963 e il 1964 – racconta Minnella – esce la nuova macchina da scrivere della Olivetti e ho pensato che quel periodo fosse adatto per ambientare una storia. L’anno della macchina da scrivere che mi era stata regalata, proprio quella su cui ho iniziato a delineare il commissario Paolo Portanova».

Il commisario Paolo Portanova

Un disegno che riprende i tratti essenziali di Paolo Portanova

Come si costruisce una storia noir in una città che ha molte cose, ma le tinte noir non le si addicono nella realtà. Come ci è riuscito Minnella? «Mi serviva una città di mare. Ma non soltanto quella. Una città che rappresentasse la metafora dell’isola nell’isola. E Siracusa, con la sua isoletta di Ortigia, faceva proprio al caso mio, anzi, al caso di Portanova». Il riferimento agli altri commissari della storia della letteratura e, in particolare, all’ultimo e più famoso nato dalla penna di Camilleri, è quasi automatico. Ma Paolo Portanova è un siciliano atipico, ha un po’ il fascino di quei poliziotti francesi degli anni ’30 e la corazza di un uomo d’altri tempi: un pò vintage, con quell’odore di sigaro che sembra uscire fuori dalle pagine del libro. Portanova è più malinconico, più turbato, ma anche più duro, quasi per nulla ironico. La sua è una Sicilia diversa, anche temporalmente. Avvolto in una nuvola di sigaro toscano, Paolo Portanova è un commissario taciturno e malinconico. Il mare se lo porta dentro e anche quell’aria malinconica gli dà quel non so che tanto gradito ai lettori.

Alberto Minnella ci fa rivivere una bella Sicilia siracusana degli anni ’60 (1964) malinconica e contemplativa quanto il suo personaggio. Quell’aria che il commissario respira mentre passeggia con il suo sigaro tra le labbra fa immaginare al lettore una città avvolta nel mistero. E allora Minnella ci fa addentrare tra i vicoli e i cortili di Ortigia come se da dietro l’angolo dovesse sbucare una presenza inaspettata. Ammanta la città di tinte noir e stuzzica la fantasia anche di chi la città non l’ha mai vista. «Il commissario Portanova – spiega – è molto apprezzato al Nord, dove la Sicilia e Siracusa sono una meta preferita, dove il tempo sembra non sia mai passato. Ortigia mantiene quel fascino misterioso a dispetto degli anni che passano. Seppure gli ortigiani, quelli che hanno sempre vissuto lì, non riconoscono le vie, i luoghi, l’ambientazione in cui si muove il commissario Portanova, è comunque Ortigia, con tutte le sue meravigliose sfumature, a ispirarmi, a rendere possibile il dipanarsi delle storie».

Tra delitti da risolvere e la vita quotidiana che scorre fumando il sigaro per le strade del centro storico, il commissario Portanova è entrato nel cuore dei suoi lettori, con il suo modo tutto particolare di svolgere le indagini. Per le vie di Ortigia sembra ancora aleggiare l’odore del suo “toscano” e pare di vederlo, stretto nel suo cappotto e con il berretto in testa, girovagare tra via Cavour e piazza Duomo, tra il tempio di Apollo e la caserma “Abela”, con i mille pensieri nella testa che cercano di uscire e di trovare una soluzione ai casi. Tra le mille difficoltà delle indagini si aggiunge la voce insistente della pioggia che apre una breccia fra i ricordi del commissario, costretto a fare i conti con il suo passato.

Via Cavour a Ortigia

Via Cavour a Ortigia, foto di Mariolina Lo Bello

Nel dipanare la matassa, Portanova, suo malgrado, con l’aiuto dell’ispettore Gurciullo e dell’agente Iannelli, si trova aggrovigliato in una torbida storia fatta di potere politico e di vendetta personale, intrisa del sangue rosso dell’amore carnale. «E’ l’inizio – racconta ancora Alberto Minnella – di una storia, il primo capitolo del commissario Portanova. Ne Il gioco delle sette pietre mi sono trovato più volte a fare i conti con il timore di arrivare alla fine. Credo sia comune a molti scrittori, specie quando ti trovi a costruire un personaggio. Ma è stato divertente e continua a essere una sfida, piacevole e stimolante. E’ vero che di commissari, siciliani poi, ce ne sono tanti. Ma ho cercato di vestire il “mio” con abiti e abitudini diverse. E’ un commissario di porto, trapiantato in una città che non è la sua, lontano da Catania e dalla moglie Carla, alle prese con quelle che sembrano indagini di routine. Nel primo romanzo, arrivato sul posto, il commissario Paolo Portanova si trova al cospetto di una scena del crimine del tutto inedita. Da qui si intrecciano storie e personaggi, che mi hanno spinto a scrivere il secondo romanzo Una mala jurnata per Portanova e il terzo Portanova e il cadavere del prete, dove il protagonista è sempre alle prese con nuove e avvincenti indagini».

Alberto Minnella

Alberto Minnella e i suoi tre romanzi

Tra adagi siciliani, che riportano indietro nel tempo, ma sempre attuali e calzanti con la storia da raccontare, Alberto Minnella e il commissario Portanova torneranno a incuriosire il lettore. Ma questa è un altro capitolo, il quarto, che Alberto sta già costruendo. «E’ ancora presto, ma sono già alle prese con alcune cose che ho lasciato in sospeso di proposito, che mi riservo di raccontare a breve».

lobellomariolina.mlb@gmail.com

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