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La mia spesa a km 0

Camilla Monteduro: «La natura è sincera, difendiamo la biodiversità»

«Difendere la biodiversità vuol dir stare attenti a tutto, dalla coltivazione della pianta al trasporto, più si accorciano le distanze e più si mantengono le proprietà nutritive di frutta e verdura» 

Di Carmen Greco |

I broccoli al mercatino pianta e spianta, le arance dal fruttivendolo sotto casa, i cavoli nell’orto urbano. Il chilometro zero si “accorcia”, se possibile, sempre di più, allontanando chi fa la spesa dai banco frigo degli ipermercati, Una tendenza che, in questi anni sta crescendo sempre di più, complici anche i tanti scandali sull’alimentazione di massa “avvelenata”, ma la strada verso un’educazione alimentare più consapevole è ancora lunga. I “semi” del cambiamento, però, cominciano a dare i primi frutti secondo Camilla Monteduro, natural food blogger e chef del Gambero Rosso, la maestra delle conserve in tv conduttrice di “Salutare” su Gambero Rosso Channel.

I consumatori, oggi, hanno consapevolezza di cosa significhi km zero?«Secondo me sì, perché al di là della moda del momento c’è stata una maggiore sensibilizzazione da parte dei piccoli agricoltori che hanno creato dei gruppi per la vendita diretta ai consumatori, Oggi ci sono piccole fattorie, tanti mercati Coldiretti, questo fa sì che ci si possa avvicinare in maniera più facile ai prodotti che hanno una provenienza “corta. Io, a Roma, vedo sempre più folla nei mercatini rionali e nelle serre che nei supermercati dei centri commerciali».

C’è più attenzione a quello che si mette in tavola?«Diciamo che sta passando il fatto di voler recuperare il legame con le proprie origini e, quindi, con la terra e con la natura. Ritornare a fare il raccolto come una volta stando molto attenti a quello che si produce per avere poi in tavola un piatto che abbia un gusto, un sapore e anche tutte le proprietà nutritive e curative è l’obiettivo di tanti agricoltori. Difendere la biodiversità vuol dir anche questo: stare attenti a tutto, dalla coltivazione della pianta al trasporto, più si accorciano le distanze e più si mantengono le proprietà nutritive di frutta e verdura. La natura ha sempre avuto un legame molto autentico e sincero con l’uomo, siamo noi che abbiamo creato del disordine».

Il dilemma è: come conciliare i tempi della natura (e anche di una spesa ragionata) con la vita di corsa che facciamo tutti?«Imparando a comprare e conservare prodotti di stagione, quindi a seguire la stagionalità. Tutto ciò che troviamo in natura al momento giusto, serve anche rispetto alle necessità del nostro fisico. Quindi consumare un certo tipo di verdure in inverno e altre in estate, ha proprio alla base una ragione “fisica” naturale. Ci sarà una ragione per cui si mangiano arance in inverno e pesche d’estate. C’è un dialogo molto aperto con la natura, siamo noi che non riusciamo a percepire certe differenze…».

Per pigrizia, per ignoranza?«Perché secondo i ritmi della vita di oggi, abbiamo sempre troppa fretta. Facciamo di tutto per ottimizzare il nostro tempo, per averne di più a disposizione ma per farne poi che cosa? Se non riusciamo nemmeno ad avere il tempo di far una spesa al mercato o di conservare gli alimenti in una giusta modalità, per poi non andarli a comprare surgelati, a mettere quattro verdure sott’olio, sotto aceto, in salamoia, a che ci serve tutto queste tempo?».

Lei è la maestra delle conserve, ci dica come si fa.«Il tempo si trova, più abbiamo cose da fare e più, io ritengo, abbiamo la capacità di organizzare il tutto, basta farlo, secondo me, con un pochino di consapevolezza. Per esempio andiamo a far la spesa in maniera intelligente. Se è periodo di bietole compriamone anche una cassetta intera in modo da averle in corserva tutto l’anno. Senza voler insegnare a fare confetture, mostarde o chutney che, capisco, sono procedure un po’ più elaborate, basta prendere le verdure sbollentarle e metterle sott’olio o in salamoia per avere un buon piatto di frutta e verdura sempre. Chi prova può riscontrare personalmente lo stato vitale che si acquista con una buona alimentazione».

Il segreto è il ritorno al futuro? «Sicuramente. L’ecosostenibiltà del sistema deve servire proprio a ritornare ad avere un legame sempre più forte con la terra, la tradizione e i prodotti locali, questo è il senso di una filiera corta».

Una dritta su prodotti da conservare in questo periodo?«Cavoli, finocchi, broccoli, anche cotti nelle insalate, sbollentati, ma anche al forno, magari con delle spezie per cercare di evitare l’utilizzo di grassi evitando condimenti e curcuma, cumino, curry, usare tanti semi, noci frutta secca. Basta rispettare la stagionalità, questo è il consiglio più vero che mi sento di dare. Ora non è periodo di fragole, quindi evitiamo di comprarle, chissà cosa c’è dentro quelle fragole…».

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