Graphic novel
La sposa yemenita, le mille (e una) nozze
Per Beccogiallo editore, in libreria dal 4 maggio, "La sposa yemenita" è un graphic novel made in Catania della fumettista Paola Cannatella e della giornalista Laura Silvia Battaglia che, attraverso il racconto delle nozze della yemenita Jamilla, “apre le porte” su quello che è il normale menage quotidiano di una ragazza mediorentale: «Per superare ogni pregiudizio»
«La sposa yemenita sono io, la sposa yemenita è Jamilla ed è ogni altra donna attraverso la cui vita quotidiana ho raccontato un po’ di Yemen». Così Laura Silvia Battaglia, giornalista, inviata e documentarista catanese, che oggi vive tra Milano e Sana’a, capitale dello Yemen, appunto, introduce il soggetto del graphic novel La sposa yemenita, in libreria dal 4 maggio per Beccogiallo (casa editrice di fumetti di impegno civile) e realizzato insieme con la fumettista e autrice catanese (di stanza ad Alessandria) Paola Cannatella che ne ha curato sceneggiatura e illustrazioni. Il libro, 144 pagine a colori, è un reportage a fumetti, costruito su tre livelli paralleli, che permette al lettore di addentrarsi nella quotidianità di questo paese arabo dal grande fascino ma purtroppo anche luogo di addestramento dei terroristi della strage di Charlie Hebdo. Il racconto si snoda, lungo 13 capitoli, attraverso lo sguardo di Laura Silvia Battaglia, giornalista indipendente che entra in contatto con la gente locale, parlando arabo, indossando il niquab e partecipando, appunto, anche ai riti nuziali in Yemen.
Il libro è il risultato di un anno di lavoro (doveva uscire alla fine del 2015) e della grande sintonia che lega le due professioniste catanesi che si sono conosciute nel 2011 nel nome di un’altra professionista etnea: la giornalista Maria Grazia Cutuli, uccisa nel 2001 in Afghanistan. «Paola e io – racconta Laura Silvia Battaglia – collaboriamo felicemente già dal 2012. Ci siamo conosciute quando lei, impegnata nel grafic novel su Maria Grazia Cutuli (Maria Grazia Cutuli. Dove la terra brucia, Rizzoli Lizard, 2012, nda) insieme al marito Giuseppe Galeani stava intervistando tutti quelli che a vario titolo avevano conosciuto o avevano realizzato lavori sull’inviata del Corriere, proprio come me che, a 10 anni dalla sua uccisione, avevo realizzato il documentario Maria Grazia Cutuli. Il prezzo della verità (vincitore del premio Siani, nda). Tra noi nacque da subito una grande empatia e una profonda stima e dopo qualche tempo le chiesi di creare una caricatura che mi rappresentasse per il mio sito www.battgirl.info, dove attraverso il mio alias, ho deciso di raccontare le storie difficili in cui mi sono imbattuta durante i miei viaggi e che purtroppo i media non accolgono. Insieme a Paola abbiamo deciso di raccontarle con il linguaggio dei comics».
Una tavola de “La sposa yemenita”, per gentile concessione di Beccogiallo
Così nasce online la prima minicomic Le due sponde, un omaggio a Iraq e Iran, attraverso la storia di donne, seguita dopo poco da La storia yemenita, mini striscia che contiene “solo” il racconto del rito nuziale di Jamilla, successivamente inglobato nel libro.Dal 2013, infatti, i rapporti di Laura Silvia Battaglia con lo Yemen diventano intensi. Dopo quasi 20 anni di professione in varie redazioni (dal quotidiano La Sicilia a Catania a L’Avvenire di Milano) la giornalista decide di cambiare rotta e prendersi un anno sabbatico per studiare più approfonditamente l’arabo e conoscere meglio il paese. Una permanenza che ha rappresentato una svolta a vari livelli.«Vivendo tra la gente locale – racconta – e intessendo rapporti di stima e amicizia, ho potuto partecipare ad alcuni riti nuziali che durano tre giorni e si svolgono separati tra donne e uomini. Oltre al matrimonio di Jamilla, con 120 donne che ballavano, chiaccheravano, ridevano e spettegolavano ho avuto la possibilità di partecipare, addirittura, a una festa per uomini. Durante questi riti, però, c’è il divieto di fare foto o video (non solo per i giornalisti) e, all’ingresso locali dei ricevimenti si viene anche perquisiti».
Una tavola de “La sposa yemenita”, per gentile concessione di Beccogiallo
E mentre Laura Silvia Battaglia diventa sempre più un punto di riferimento per gli italiani che vogliono saperne di più sullo Yemen, Paola Cannatella decide di proporle un graphic novel. «È stato mio marito – racconta Cannatella – a suggerirmi di chiedere a Laura di ampliare il racconto sul paese arabo proprio a partire dai matrimoni. Dal soggetto di Laura, ho sviluppato la sceneggiatura e trasferito nel fumetto quelle immagini che lei, in alcuni casi mi ha fornito con video e foto e, in altri, è riuscita a evocare con descrizioni dettagliatissime».Non solo riti nuziali, però. Tanti gli spaccati di vita di un paese che, per la giornalista siciliana, è diventato “casa fuori e dentro” e dove, nel 2013, ha anche conosciuto Taha, l’uomo yemenita che nel 2015 è diventato suo marito. Nel libro, la cornice narrativa è proprio creata dal racconto della protagonista che, nella sua casa di Milano, il 12 giugno 2015, a pochi giorni dal suo matrimonio chiude il cerchio magico di una profezia yemenita: al matrimonio di Jamilla, infatti, la sposa si avvicinò alla donna occidentale e le porse la prima rosa rossa dal suo mazzo: «Mi spiegarono subito che la prima a ricevere una rosa dalla sposa sarebbe stata la prossima a sposarsi».
Una tavola de “La sposa yemenita”, per gentile concessione di Beccogiallo
«La struttura della sposa yemenita – spiega Cannatella – è molto particolare. C’è una cornice narrativa che è quella di Laura nel presente narrativo, appunto, che sta per sposarsi e divide la sua giornata tra i preparativi per la cerimonia e il lavoro, insieme alle ansie per gli amici sotto i bombardamenti in Yemen. Poi ci sono vari livelli di narrazione, identificati con i tre colori: rosso (per la vita quotidiana e i riti nuziali), blu (per le varie inchieste che la protagonista realizza), giallo (per il confronto religioso con lo sheikh)».
Paola Cannatella
Un graphic novel che, attraverso alcuni spaccati di vita quotidiana, riesce a far comprendere quanto i pregiudizi possano essere nocivi e che propone un sunto del concetto che Laura Silvia Battaglia, giornalista impegnata nel raccontare gli ultimi e i conflitti nel mondo, ha del rispetto, come riporta nelle ultime pagine del libro, quando, osservando il Corano regalatole da uno sheikh, pensa: «… lo guardo e rifletto che il rispetto esiste. Esiste per chi vede nell’altro una creatura di Dio, per quanto possa essere attaccato alla sue idee e alla sua religione (…). Ecco, questo è l’islam che conosco e che ho sempre conosciuto. Il Corano che fa bella mostra di sé sta sempre lì a ricordarmelo alla faccia di ogni fondamentalismo del pensiero e di ogni terrorismo delle azioni».
Laura Silvia Battaglia al lavoro con la sua telecamera
mariaenzagiannetto@gmail.com
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