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La rassegna

Alkantara Fest, il mondo a casa nostra

La rassegna internazionale di musiche folk e world music, giunta alla sua XIII edizione, si aprirà sabato 29 luglio e, fino al 27 agosto, porterà i suoni e le atmosfere del mondo in diversi luoghi della “provincia” etnea. Il direttore artistico Mario Gulisano: «La parola chiave è contaminazione»

Di Maria Enza Giannetto |

Dal folk contemporaneo e tradizionale ai ritmi berberi, dalle sonorità mediterranee alle melodie balcaniche. World music e contaminazioni sono gli ingredienti che hanno fatto dell’Alkantara Fest una ricetta culturale ben riuscita. La rassegna internazionale di musiche folk e world music, giunta alla sua XIII edizione, si aprirà sabato 29 luglio e, fino al 27 agosto, come di consueto, porterà i suoni e le atmosfere del mondo in diversi luoghi della “provincia” etnea. Il festival, diretto da Mario Gulisano, ideato e organizzato dall’Associazione Culturale Darshan (info e prenotazioni info@associazione-darshan.it), da sempre punto di riferimento nel campo delle tradizioni musicali etniche e popolari, si propone di far conoscere e diffondere la cultura musicale “altra”.

Mario Gulisano

Il direttore artistico Mario Gulisano

«Credo di poter affermare con una certa sicurezza – afferma Gulisano di rientro dall’Ungheria dove il suo trio Oi Dipnoi ha appena terminato di registrare il nuovo disco e ha suonato, tra l’altro, nell’ambito del Babel Festival (gemellato con l’Alkantara Fest) – che la rassegna sia l’unica realtà culturale che permette a chi ama la world music di ascoltare, sperimentare e scoprire, in casa propria, realtà musicali che possano regalare il fascino nella musica del e dal mondo. Si tratta di un’opportunità che si è rivelata davvero vincente». Vincente come la forza della musica che trascende barriere e frontiere. «Ogni uomo che viaggia – dice Gulisano – porta con sé un sistema complesso di linguaggi, di segni, arriva con un ritmo, una melodia, un orecchio che ascolta diversamente le nostre città e con un patrimonio acustico che contribuisce all’arricchimento del nostro paesaggio sonoro. La musica è metafora dello stare insieme tutti, dalla parte dei giusti, con la speranza di un futuro migliore».

Un messaggio di cultura e insieme di comunione e aggregazione quello che sottende tutta la programmazione del festival itinerante che aprirà il 29 luglio al Castello Ursino di Catania con il concerto del gruppo cileno Subhira Cuarteto. La formazione, capitanata da Rodrigo Cepeda “Subhira” (tastiere, didgeridoo, trutruka e composizione), con Danka Villanueva (violino), Juan Ángel Muñoz (violoncello) ed Emai Cepeda (batteria) propone una miscela di world music in cui il progressive si mescola con i suoni del Hammond e del Moog.

Giovedì 3 agosto, l’appuntamento è all’Azienda Agricola Il Pigno di Pisano, frazione di Zafferana Etnea per la performance delle statunitensi Laura Cortese & The Dance Cards (Laura Cortese, Valerie Thompson e Jenna Moynihan) che proporranno la loro fusion tra suoni audaci e ritmi lirici della musica popolare.

Domenica 6 agosto, il festival torna a Catania, alla Piazzetta dei libri con gli ungheresi Cirkusz-ka – Anna Szlávics (voce e songwriting), Tamás Rock (chitarra e composizione), Tamás Géza Szalay (contrabbasso) e Gábor Clemente (strumenti a percussione) – che si muovono tra radici culturali regionali e influenze jazz.

Ballate danesi e vorticose melodie del violino mitteleuropeo saranno protagoniste del concerto degli Himmerland (giovedì 10 agosto nell’Anfiteatro comunale di San Giovanni La Punta), formazione proveniente dalla Scandinavia e dal Ghana formata da Eskil Romme (sassofono), Morten Alfred Høirup (chitarra), Ditte Fromseier (violino), Andrzej Krejniuk (basso) e Ayi Solomon (percussioni).

Si prosegue venerdì 11 agosto al Castello Ursino con il progetto degli italiani Arama Ensemble, composto da Chiara Trapanese (voce e percussioni), Elio Pugliese (fisarmonica e voce) e Laura Francaviglia (chitarre, percussioni e voce).

Sabato 12 agosto la cantautrice ennese Francesca Incudine farà risuonare la piazza Duomo di Acireale delle melodie del suo Iettavuci.

Infine, doppio appuntamento (25 agosto ad Acireale e 27 agosto a Catania) con gli Chalaban, la band fondata dal musicista marocchino Said Tichiti nel 1998 a Budapest che propone canti e ritmi berberi.

«La parola chiave – conclude Gulisano – è contaminazione. La nostra idea è sempre quella di offrire un assaggio delle varie proposte musicali a dimostrazione di quanto le differenze, non solo in musica, costituiscano una ricchezza».

mariaenzagiannetto@gmail.com

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