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Gela, la GdF ha sequestrato il Sikania Resort

Di Redazione |

La Guardia di Finanza di Gela ha eseguito ieri decreto di sequestro, emesso dal tribunale di Gela su richiesta del pm Ubaldo Leo, della struttura turistico alberghiera Sikania Resort. 

Inquinamento ambientale e distruzione o deturpamento di bellezze naturali. Questi i reati ipotizzati dalla Procura della Repubblica di Gela nell’ambito dell’indagine che ha portato a sequestro, da parte della Guardia di finanza a Gel della struttura turistico-alberghiera di Marina di Butera «Sikania Resort». Sono stati denunciati il legale rappresentante della società Falconara s.r.l. titolare della concessione edilizia rilasciata dal Comune di Butera Pietro Franza ed il legale rappresentante della società Eden s.r.l., gestore del complesso turistico, Nardo Filippetti.

Il sequestro è stato disposto dopo che sono state accertate violazioni alle prescrizioni inserite nelle concessioni rilasciate sia dal Comune di Butera che dall’Assessorato regionale al Territorio e Ambiente. Le indagini hanno permesso di accertare come, nel corso degli anni il cordone di dune preesistente fosse stato completamente spianato in corrispondenza della struttura alberghiera retrostante per ampliare arbitrariamente l’area destinata allo stabilimento balneare e come le prescrizioni imposte dalle autorità competenti per la sua tutela fossero state completamente ignorate. La struttura inizialmente, gestita dalla società Falconara s.r.l., fu poi data in affitto nel 2014 alla società Eden s.r.l. di Pesaro.

L’indagine è stata supportata da una perizia tecnica richiesta dall’autorità giudiziaria. 

La notifica del decreto di sequestro preventivo del Gip di Gela sulla struttura alberghiera e lo stabilimento balneare Sikania Resort, a Butera, per presunte violazioni paesistiche, «è stata effettuata alla Falconara srl di Messina, in quanto proprietaria, e alla Eden srl di Pesaro, titolare della gestione del resort. Fermo restando che si avrà modo di dimostrare alla competente autorità giudiziaria, nei modi e termini di legge, la insussistenza di qualsiasi illecito, corre l’obbligo, sin d’ora, chiarire che le violazioni ipotizzate riguarderebbero le parti di territorio ricadenti nella concessione demaniale antistante al villaggio turistico, destinata alla balneazione, e non interessano certamente le aree nelle quali è stata costruita in passato (2006-8) la complessiva struttura turistica», dice l’avvocato Alberto Gullino legale di Pietro Franza, uno degli imprenditori coinvolti.

«Nel decreto di sequestro e nel verbale di esecuzione – prosegue il legale – si chiarisce infatti che la misura è stata adottata per l’intero Villaggio e non solo per la parte antistante connessa alla balneazione. Violazioni che, in ogni caso, avrebbero comportato, anche secondo quanto si contesta nel provvedimento, un presunto danno non irreparabile, tanto che esse, fino all’agosto del 2015, non erano neppure considerate reato, essendo stato questo introdotto (con l’art. 452 bis del codice penale) solo nell’agosto 2015, diversi anni dopo, dunque, la realizzazione della struttura».  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA