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Catania, spiaggia libera n.1: rifiuti ed escrementi “macchia” sulla città

Di Pierangela Cannone |

Di primo acchito, infatti, la spiaggia (vista da lontano) sembra un’oasi dorata: docce, bagni, spogliatoi, passerella in legno, ombrelloni e bagnanti. Ma quando ci si avvicina alla battigia, ci si accorge che la realtà è un’altra: rifiuti di plastica e vetro disseminati ovunque, lembi di stoffa, giocattoli rotti lasciati qua e là e cartoni abbrustoliti dal sole. Ciò che effettivamente stupisce, però, è l’indifferenza con cui la gente ne occupi gli spazi, incurante di ciò che le sta intorno. Fa riflettere la scena di una giovane madre che, borsone a tracolla e bimbo piccolo in braccio, si appresta a sistemare il telo mare al figlio proprio accanto a un cumulo di rifiuti. Come se non ci fossero, o peggio, come se non dessero fastidio. Invece sono tutti lì ed è un dato di fatto, interpretato da molti come un incentivo a perseverare nell’inciviltà.

«Le spiagge libere sono sempre più sporche – commenta la signora Barbara Privitera – . Ho evitato di portare mio figlio qui per quattro anni, è un caso che sia venuta in questi giorni. Durante il Ferragosto c’erano ancora più rifiuti, e in base alle abitudini dei festaioli ad oltranza, potrebbe essere giustificabile. Non trovo corretto, invece, che la spiaggia continui a essere sporca anche nei giorni successivi alla baldoria. Stamattina (ieri per chi legge) una bottiglia di birra e un bastone galleggiavano vicino alla riva. Mio marito li ha tolti dall’acqua poggiandoli sul bagnasciuga. Non ha certo risolto il problema, ma almeno ha evitato che qualcuno ci si scontrasse durante il bagno. La colpa del degrado è delle persone e ciò che mi lascia senza parole è che molti ci si sdraiano anche accanto. Non verrò più alla Plaia, eccetto nei lidi dov’è garantito un controllo». Nelle strutture organizzate, infatti, gli esempi di inciviltà (se così si possono chiamare) affrontati dai gestori interessano solo la raccolta differenziata non ancora rispettata da tutti i bagnanti.

«Ogni giorno passiamo a setaccio i rifiuti – racconta Santo Zuccaro, amministratore di un lido della Plaia – perché alcuni fanno confusione ed è nostro compito far sì che la raccolta sia efficiente. L’inciviltà che si riscontra nelle spiagge libere qui non c’è. Al massimo i nostri clienti si « punzecchiano» per il posto che desiderano occupare, ma le regole smorzano ogni tensione. Il servizio d’ordine e gli addetti alle pulizie controllano che tutto venga svolto così come deve essere. Ai fumatori forniamo anche il contenitore per le cicche e i nostri bagnini si accertano che lo usino».

Nelle spiagge libere, invece, tra un rifiuto e l’altro prende vita anche un intenso tappeto di mozziconi di sigarette affondate nella sabbia. Un gesto veloce, per molti istintivo, ma scellerato se si pensa che quei pochi centimetri di sigaretta impiegheranno una decina di anni per degradarsi. In soldoni, in spiaggia si assiste a scene di ordinario malcostume che non hanno nulla a che vedere con il Ferragosto. «La gente manca di educazione – afferma Antonio D’Agata – Ho insegnato ai miei figli che occorre rispettare l’ambiente come fosse casa nostra. Purtroppo molti quando si confrontano con l’incuria altrui, si lasciano trasportare, divenendo a loro volta incivili». «Non frequentavo la spiaggia libera numero 1 da due anni – dice Antonino Marletta – La sto trovando sporca e mancante di servizi. I bagni chimici sono fatiscenti e gli spogliatoi sono ridotti a latrine: mia moglie ci ha trovato addirittura un materasso con rifiuti organici accanto. È vergognoso. Spesso i nostri vicini di ombrellone lasciano la spazzatura sulla sabbia, ma che dirgli? Si finirebbe solo col litigare».

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