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Catania, Lo Monaco furioso: «Un bagno d’umiltà subito o saranno guai per tutti!»

Di Giovanni Finocchiaro |

Pietro Lo Monaco, ad rossazzurro sentito in esclusiva in una domenica pomeriggio non felice come le precedenti, non ha mezze misure nel commentare la sconfitta del «suo» Catania. E non le manda a dire, i dirigenti: ai giocatori così come al tecnico Lucarelli.

«Che sia un bagno di umiltà per tutti quanti», tuona «Petrus» senza lasciare spazio alla prima domanda.

Tutti, proprio tutti.

«Bisogna capire che se in questo campionato non si lotta, non si va lontano».

Quella con la Leonzio è stata un’occasione sprecata.

«Sembra una maledizione. Quando si può spiccare il volo, succede sempre qualcosa di negativo e dobbiamo rincorrere e, peggio ancora, riconquistare la fiducia del nostro pubblico. Che ringrazio anche per gli applausi al termine del confronto».

La squadra s’è spenta improvvisamente.

«Nessuna idea, nessuna azione propositiva, la squadra era una lontana parente di quella che era stata prima».

Come se lo spiega?

«Non ho visto gli allenamenti durante la settimana. Voglio prima parlare a lungo con Lucarelli».

Lo ha sentito ieri?

«No, no. Faccio passare qualche ora ancora perché sono una furia».

Parlerà alla squadra?

«Mi sentiranno anche da lontano. Certo, perché voglio capire».

I meriti della Leonzio?

«Sono indiscutibili, gli ospiti hanno meritato di vincere. Non hanno rubato proprio nulla, ma noi non abbiamo fatto proprio nulla per rimediare».

Lodi troppo basso e anche troppo solo, a parte il lavoro di Biagianti.

«Ci sta che ci pressano, ma gli esterni sono troppo alti. Nessuno si avvicina per proporsi. E, allora, come attacchiamo?»

Che peccato per il pubblico: 15 mila persone paganti.

«Quando dobbiamo spiccare il volo, dicevo… Era il momento giusto per la gente che ci ha sostenuti come non mai. E su questo particolare non ho dormito tutta la notte. Sembrava tornato l’entusiasmo della Serie A. Già solo per una presenza così massiccia e chiassosa, dovrebbe aumentare il senso di responsabilità».

Considera questo ko come un segnale d’allarme?

«Ribadisco: siamo una squadra forte, bisogna mettere sul campo quello che siamo, dobbiamo giocare da squadra forte. Il vedremo e faremo, quello no. Diventa dannoso. Mai indugiare o affidarsi al caso».

Invece sabato la squadra s’è smarrita subito.

«Sbagliando. Adesso voglio vederci chiaro e per tutta la settimana mi chiuderò a chiave con la squadra. Guai a chi sgarra».

Avrebbe potuto approfittarne, il Catania.

«Avevamo tutta la giornata di gare a favore. Sembrava potesse essere un turno perfetto. Ci stava che il Lecce pareggiasse e ha vinto. Amen… Un nostro successo avrebbe mantenuto il punto di ritardo, ma con il Catania che ha giocato una partita in meno. Ora siamo a meno quattro. Il Monopoli ha pareggiato ed è appaiato in classifica con noi».

Come giudica il cartellino rosso a Bucolo?

«Abbiamo giocatori importanti non si può perdere la testa così. Troppi elogi e complimenti, torniamo con i piedi a terra e rimettiamoci il saio dell’umiltà».

Sabato, dicevamo, ecco l’impegno di Reggio Calabria.

«Sarà un avversario duro, che ha pareggiato a Monopoli, appunto. Un avversario giovane, che corre e ha, dunque, caratteristiche simili a quelle messe sul tavolo verde del Massimino dalla Leonzio».

Serve un risultato positivo immediatamente.

«Sarà un banco di prova che ci mette di nuovo di fronte al nostro dovere. Dobbiamo sostenere un campionato senza distrazioni».

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