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Sorelle uccise a Ramacca, il paese sotto shock. Il sindaco: «Tragedia immane»

Di Mimmo Trovato |

RAMACCA – «Una tragedia immane che ha gettato nello sconforto tutta la nostra comunità. Nessuno di noi ha idea di chi possa aver commesso un gesto così atroce ed efferato. Siamo 10 mila persone e ci conosciamo tutti, il nostro non è un paese che ha la violenza nel suo Dna. Le vittime erano due anime pie, due persone veramente per bene, tutte casa e chiesa».

Così Pippo Limoli, sindaco di Ramacca, esprime il sentimento di «stupore misto a sconcerto» che vive il suo paese per il duplice omicidio delle sorelle Filippa e Lucia Mogavero, accoltellate nella loro casa nel centro della cittadina agricola del Catanese. Il primo cittadino ringrazia «i carabinieri per il grande lavoro che fanno». «Certo – aggiunge – adesso c’è dello sconcerto, non è pensabile che in una piccola comunità come la nostra accadano cose del genere. Nessuno può credere che sia stato qualcuno di qui. Eravamo un paese tranquillo adesso abbiamo paura, speriamo che i carabinieri e la magistratura facciano presto chiarezza e arrestino il colpevole e o colpevoli».

il sindaco Pippo Limoli intervistato dai giornalisti accorsi a Ramacca

La casa di via Archimede, attigua alla piccola villetta comunale nel centro del paese, è diventato il punto di incontro degli abitanti di Ramacca. Che sembrano parlare con una voce sola: «una tragedia inattesa e inspiegabile». Anche i più anziani scrutano nella loro memoria alla ricerca di drammi di così sconvolgenti. «Siamo una comunità tranquilla – afferma un pensionato che commenta l’accaduto con un amico, che annuisce – piccole cose, ma niente di così grave. Siamo il paese più tranquillo della zona». Le sorelle Mogavero in paese le conoscevano tutti, come accade in una piccola comunità e le descrivono «Tutte casa, chiese e lavoro, serene e molto unite tra di loro».

Davanti casa, protetto da ex colleghi, c’è anche Giuseppe Mogavero, carabiniere in pensione, fratello delle due vittime: «Non so che dire – afferma – certo sono stati dei mostri, e io non so il perché. La mia esperienza di investigatore? La tengo per me…».

Attacca invece il procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, «E’ l’ennesimo massacro che si registra nel Calatino – registra il magistrato – e sono già sette gli omicidi alcuni dei quali molto efferati». L’ultimo lo scorso 8 dicembre con il corpo con la testa mozzata e le braccia amputate di un bracciante agricolo romeno di 51 anni trovato a Caltagirone.

«La scena del delitto – aggiunge il Pm – è raccapricciante. Donne picchiate e colpite con arma da taglio. Bisogna avere gli strumenti per fermare questa escalation di violenza». Parole che trovano riscontro nella paura di Ramacca sotto shock. 

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