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Catania: nuovo ospedale San Marco, ora c’è il nodo dell’organico

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Superato questo scoglio e incrociando, giustamente, le dita – (va ricordato che nell’ultimo anno e mezzo per ben tre volte è stata fissata una data di consegna dell’ospedale, poi saltata) – sulla scrivania degli enti sanitari coinvolti nella complessa operazione finirà un problema che ancora oggi non è stato risolto: quello dell’organico. Quali saranno i medici, gli infermieri che andranno a colmare le carenze nel nuovo Pronto soccorso?

Facciamo un passo indietro. Sempre nella famosa conferenza dei servizi in Prefettura, in un comunicato congiunto Comune-Policlinico, è stato detto che, una volta consegnato l’ospedale, scatteranno le procedure per il trasferimento dei reparti di emergenza e poi via via di molti altri, compreso tutto il dipartimento Materno infantile proveniente in blocco dal Santo Bambino. Tutto ok, ma per quanto riguarda il Pronto soccorso e i reparti collegati come la medicina d’urgenza, la chirurgia d’urgenza, l’ortopedia… bisognerà fare un piano ad hoc. Allo stato tutti i reparti di emergenza del vecchio Vittorio Emanuele finiranno nel nuovo Pronto soccorso del Policlinico universitario di imminente aperta. Per il San Marco bisognerà disporre in altro modo. E qui entrano in ballo le trattative avviate – da tempo- della direzione generale del Policlinico, sino a qualche mese fa con l’ex assessore alla Salute del governo Crocetta, Baldo Gucciardi e adesso col neo responsabile della Salute del governatore Musumeci, l’avv. Ruggero Razza. Quest’ultimo sembra che abbia già riaperto il voluminoso dossier sul nuovo San Marco per capire quali sono le emergenze che riguardano soprattutto il reperimento del personale dei reparti collegati. In questo contesto vanno inserite le trattative già avviate col ministero della Lorenzin. Il direttore generale del Policlinico, Paolo Cantaro, avrebbe già avuto più di una interlocuzione con i dirigenti del ministero per la necessità di occuparsi della questione San Marco secondo i tempi dovuti, tempi che adesso si fanno stringenti visto e considerato che l’opera è ormai a un passo dall’essere consegnata. A questo punto dipenderà dall’assessorato disporre come muoversi e come risolvere uno spinoso problema che altrimenti renderebbe vana o dimezzata l’apertura del nuovo ospedale.

Intanto dalle ultime novità che emergono è già cominciato il count down per il trasferimento al San Marco del dipartimento materno infantile dal Santo Bambino con il pronto soccorso ginecologico e anche del pronto soccorso pediatrico. Il San Marco avrà presto due dipartimenti importanti pienamente efficienti. Anche la Medicina, la Chirurgia e l’Ortopedia saranno trasferiti in blocco nel nosocomio di Librino. Le uniche carenze di personale che si riscontrano riguardano il Pronto soccorso e i reparti di supporto. In particolare le figure più carenti sono quelle di medici di emergenza, radiologi, anestesisti e ortopedici, più il personale infermieristico. La questione è di stringente attualità. Bisognerà capire cosa deciderà la Regione e se disporrà l’avvio di quelle procedure di concorso per immettere questo personale in pianta stabile.

Sul fronte dell’organizzazione generale della sanità di emergenza di Catania la Regione dovrà fare il punto anche sulla concomitante apertura del Policlinico e sulla conseguente dismissione del vecchio Vittorio Emanuele che non ha più – e da tempo – neanche la certificazione antincendio. Bisognerà capire se è possibile accelerare l’apertura del Pronto soccorso di via S. Sofia dove esiste l’unica pista di elisoccorso che è stata abilitata al volo notturno in occasione del G7 a Taormina con i grandi della terra. La pista in quei giorni di maggio ebbe il via libera dall’Enac, salvo poi essere richiusa quando i «grandi» lasciarono l’isola e il volo notturno fu sospeso. Tutto dipenderà anche dall’apertura a pieno regime del serpentone delle alte specialità dove a gennaio arriverà (in toto) dal Ferrarotto anche la Cardiologia del prof. Tamburino. II Pronto soccorso del Policlinico permetterebbe di assorbire tutte le richieste di soccorso che arrivano dai paesi dell’hinterland con le sue due aree obi (una per i malati infettivi), le due tac, i due studi di radiologia e un angiografo deputato. Si tratta di una apparecchiatura che è utile soprattutto per soccorrere pazienti politraumatizzati, quelli con ictus in corso e con gravi patologie vascolari che possono essere tamponate in urgenza, per permettere al medico di intervenire chirurgicamente con una relativa tranquillità dopo aver studiato il caso.

Intanto anche in Comune ci si prepara ad affrontare la nuova pianificazione sanitaria della città con la riunione del comitato dei saggi per la sanità, convocata dal sindaco Bianco, per questo venerdì.

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