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San Marco e nodo organici: dopo consegna lavori, a quando entrata in funzione?

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Qualche giorno dopo il suo insediamento il neo assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza avrebbe riaperto il dossier San Marco. Da quello che emergerebbe l’assessore avrebbe preso visione che nell’attuale rete ospedaliera il San Marco non è stato previsto, per poi essere stato inserito in una delibera che correggeva alcune discrasie. Allora quando emerse questa problematica l’assessore Gucciardi disse che per il San Marco si sarebbe intervenuti nei tempi dovuti. Questi tempi adesso sono arrivati e il nuovo assessore starebbe studiando le prossime mosse. In questo contesto si inserisce una ipotesi che è quella di capire se è possibile utilizzare una quota di avanzo di amministrazione del Policlinico che ammonterebbe a 16 milioni di euro, per prevedere di spenderne una parte per procedere ad alcune assunzioni a tempo determinato. Sembra che sul nodo S. Marco l’assessorato abbia intenzione di inviare una nota al ministero per pianificare le prossime mosse.

Quello che è bene mettere in chiaro in questa intricata matassa – che rischia di finire nel vortice di ben due prossime campagne elettorali – è che il San Marco deve potere aprire con una dotazione organica efficiente, tale da consentirgli di operare e offrire una assistenza sanitaria di livello a 70 mila abitanti di Librino oltre che alle migliaia di cittadini che sino ad oggi hanno fatto riferimento al Vittorio Emanuele, ospedale che non ha più neanche la certificazione antincendio. In questo contesto bisogna tener presente che sta per scattare il conto alla rovescia per il pronto soccorso del Policlinico che dipende solo dal trasferimento degli ultimi reparti del serpentone della alte specialità. A gennaio ad essere trasferito dal Ferrarotto sarà la Cardiologia del prof. Tamburino e da allora tutto dovrebbe essere pronto. A questo punto frenare l’apertura di un moderno reparto – (che ha macchinari di eccellenza) – deputato all’assistenza di migliaia di cittadini soprattutto dell’area nord (compresi quelli dei paesi dell’hinterland), potrebbe essere una operazione non idonea. Da quello che emerge sembra al momento che l’assessorato alla Salute voglia studiare attentamente tutto il nuovo assetto per impedire che la chiusura del Pronto soccorso dell’Ove possa tramutarsi in una «bomba sociale» come sostenuto da tempo da numerosi comitati di cittadini, ma allo stesso tempo per dare il via libera definitivo al Policlinico e accrescere l’offerta sanitaria.

In questo contesto va inquadrata la riunione del comitato dei saggi per la Sanità del Comune che si è tenuta alla presenza del sindaco Bianco sabato mattina. All’ordine del giorno l’imminente consegna del San Marco e la sicurezza nelle strutture sanitarie.

Per quanto riguarda il nodo San marco, è emerso dalla riunione che il completamento dell’ospedale di Librino comporterà un inevitabile spostamento dei flussi d’utenza che provocherà un nuovo assetto dei servizi e un inedito sistema logistico delle emergenze che interesserà non poco l’intera città. «Per questo – ha spiegato il sindaco Bianco – convocheremo quanto prima la conferenza dei direttori generali, alla quale inviteremo anche il nuovo assessore alla Salute, Ruggero Razza, per lavorare in sinergia ed evitare disagi ai cittadini. Tra pochi mesi il Vittorio Emanuele sarà dismesso e lascerà il posto al San Marco che, grazie alla sua modernità, darà un grande contributo alla crescita dell’offerta sanitaria. Ma occorrere lavorare per sostenere tutti insieme la realizzazione del nuovo Pronto soccorso del Garibaldi-centro al servizio dei cittadini che abitano o lavorano in quell’area. Senza dimenticare che anche il pronto soccorso del Policlinico va accompagnato con raziocinio verso l’apertura». Per quanto riguarda il problema sicurezza Ii sindaco nel corso della riunione ha annunciato a breve un confronto con il prefetto per concordare una strategia sistematica ed efficace per supportare il lavoro degli operatori sanitari. «La questione – ha concluso – è molto complessa e va studiata con attenzione, tenendo in considerazione tutto ciò che può essere utile per migliorare le condizioni del servizio e permettere a medici e infermieri di svolgere il proprio lavoro in sicurezza». La convocazione dei direttori generali per parlare degli assetti di Catania è stata programmata da tempo anche dal governatore Musumeci e dall’assessore Razza.

Ai lavori della commissione presieduta dal sindaco hanno partecipato i professori Enzo Denaro, Giuseppe Ettore, Claudio Pulvirenti, Salvatore Sciacca, Domenico Grimaldi, Rosario Fresta, Biagio Panascia, Rosario Evola, Angelo Gambera, Alessandro Di Guardia e Giuseppe Cuscani, oltre al consulente del sindaco per le questioni Sanitarie, Francesco Santocono.

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