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Catania, strade e piazze più sporche. E c’è pure l’amianto di Natale

Di Cesare La Marca |

Anche mettendo in conto l’inciviltà di tanti catanesi, non si capisce come alcune strade possano essere perennemente sporche, senza neanche brevi “pause” tra un turno di spazzamento e l’altro. Questo nonostante il richiamo dell’Amministrazione, nelle scorse settimane, all’impresa che effettua la raccolta nei quartieri, che non sembra però aver sortito particolari effetti. Il servizio in proroga per poco meno di tre mesi è stato peraltro appena rinnovato, in una fase particolarmente delicata che precede la pubblicazione della terza gara per l’appalto settennale, rivista in alcuni requisiti dall’Amministrazione dopo che le prime due sono andate deserte. Resta da vedere se il nuovo anno porterà a un’aggiudicazione che possa consentire di voltare pagina, avviando tra l’altro la raccolta porta a porta nell’intera area urbana, oppure se Catania si trascinerà anche nel 2018 polemiche, carenze e incertezze su un servizio da cui dipendono la qualità della vita di quasi trecentomila catanesi, e l’attrattività e possibilità di rilancio economico e turistico della città.

Il futuro ha le sue incognite, tutte da fugare, e il presente non è per niente più facile, perché alle difficoltà ordinarie del doppio sistema di raccolta, che nel tempo si è rivelato un pesante handicap, si aggiungono tutte le problematiche che complicano ulteriormente il servizio; tra queste lo smaltimento irregolare di rifiuti ingombranti, che nel fine anno avrà un ulteriore incremento come da fantozziana tradizione, e l’abbandono del tutto criminale di lastre e pannelli di eternit e amianto sui soliti punti “strategici”, spesso vicini a scuole o comunque a zone densamente popolate. Questo nonostante la prevenzione avviata con alcune telecamere di sorveglianza, nell’ambito di un programma che deve essere potenziato e messo a regime per rappresentare effettivamente un valido deterrente nelle zone prese di mira da chi punta a smaltire a “costo zero” materiali pericolosi per la salute pubblica, ancor più se maneggiati come semplici rifiuti, ed esposti all’esterno a pioggia e vento che possono renderli ancora più pericolosi.

Uno dei tanti esempi, in questo periodo natalizio, i pannelli di eternit che ormai da oltre due settimane giacciono accanto ai cassonetti vicini a via Policastro, nel quartiere di Picanello. Gli operatori ecologici non possono rimuoverli e meno che mai trattarli come normali rifiuti, deve intervenire l’impresa specializzata che in convenzione col Comune è autorizzata a trattarli dopo i rilievi dell’Asp. In tutto questo percorso i tempi non sono così brevi, e intanto i pannelli, in questo come in altri siti a rischio, restano dove sono per giorni se non per settimane. Il prossimo appalto, e questa è una delle tante ragioni in più per sperare che venga aggiudicato, prevede tra l’altro che l’impresa sia in grado di garantire la rimozione di questo tipo di rifiuti pericolosi nel rispetto delle norme vigenti. Se a tutto questo aggiungiamo nuovi allarmi da Monte Po e i cassonetti che nelle ultime settimane sono andati in fumo da San Giovanni Galermo allo stesso Picanello, ci sono tante e forse troppe ragioni per augurare a Catania un miglior 2018, nel settore dei rifiuti.

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