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Catania, militari Usa “operai” per tinteggiare la cancellata di una chiesa

Di Pierangela Cannone |

CATANIA – È possibile che nei cittadini si risvegli un forte senso civico, riportando la chiesa di San Gaetano alle Grotte agli antichi splendori con l’aiuto di vernici, pennelli, scale da lavoro e trapani? La risposta è più che positiva e proviene proprio da quanti, sabato scorso, hanno collaborato gratuitamente insieme con i militari statunitensi della base di Sigonella ai lavori di ritinteggiatura della cancellata esterna della chiesetta, appoggiando l’iniziativa dei volontari della comunità di San Gaetano.

«È così che un piccolo gioiello nel cuore di Catania antica – dice il volontario Dario La Rosa, assiduo frequentatore della chiesa – riesce ad alternarsi da luogo di culto a luogo di cultura, divenendo per il quartiere anche un esempio di civiltà. Oltre al lavoro prezioso dei militari di Sigonella, in molti hanno espresso il desiderio di partecipare gratuitamente ai lavori di recupero. Ciò significa che San Gaetano alle Grotte sta tornando a essere un punto di riferimento per la città. Nel 2017, cioè da quanto padre Antonio De Maria è stato nominato rettore della chiesetta predisponendone giornalmente l’apertura, il quartiere si è avvicinato: inizialmente il gruppo di volontariato era composto da pochi membri, oggi siamo in circa sessanta, tutti animati da voglia di fare e di spenderci per il territorio».

Tra le iniziative ricordiamo il presepe innovativo e ad altezza umana realizzato all’interno della Cripta di epoca romana, ma anche il filone di cine-forum culturali. Ed ancora, conferenze in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti e mostre di pittura. Insomma, la chiesetta di piazza Carlo Alberto è tornata a essere a misura di cittadino. Una missione che viene portata avanti anche da padre Antonio De Maria, rettore dall’1 marzo del 2017 di San Gaetano alla Grotta. «È positivo assistere a una cittadinanza attiva – afferma – che si prende cura dei propri luoghi. Lodevole anche l’azione dei militari. Piazza Carlo Alberto è un posto popolare dove sembra che la cultura sia nascosta e, invece, fa parte della storia della città. I catanesi e i turisti che accedono alla grotta, ne restano incantati: è come se dal XXI secolo si tornasse alle origini del mondo, una città che cresce in verticale con gioia e curiosità. In questo modo ho notato che in molti si sono avvicinati alla Chiesa come istituzione. Il punto di riferimento del quartiere è sempre stato il santuario della Madonna del Carmine e adesso si aggiunge anche la chiesa di San Gaetano alle Grotte».

Perno dell’iniziativa di recupero della chiesetta sono stati i militari statunitensi, che svolgono frequentemente azioni solidali perché «è nella loro cultura e formazione – spiega Lucia Fichera Whitcomb, volontaria traduttrice del corpo di Sigonella – essere “guardiani del mondo” e, dunque, svolgere missioni di solidarietà, con l’intento di ricambiare l’accoglienza della comunità italiana». E poi ci sono anche le voci dei volontari “indigeni”, che sono piene di parole di gratitudine e fiducia, com’è nel caso di Rosario che «se non era per padre Antonio, non saremmo qui»; ma anche Salvo dice che «qui ho trovato una seconda casa in cui posso esprimermi». Per Salvo Marchese, invece, la chiesetta «è un punto di riferimento e di aggregazione. Un luogo frequentato da amici. Ci si incontra ogni giorno e si costruisce un ambiente sano in cui è possibile sperare in un cambiamento».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA