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Dissesto, Catania a rischio bomba sociale: niente più servizi ad anziani e disabili

Di Cesare La Marca |

Catania – È una bomba sociale, quella che piomba su una città stretta nella morsa di una crisi finanziaria gravissima, che richiede risposte urgenti sollecitate a più riprese, in diversi casi promesse, ma rimaste solo parole. La crisi invece proietta le sue ombre su un settore cruciale, il più delicato in una città già afflitta dal dramma della disoccupazione, quello dei servizi sociali che anche attraverso le cooperative rappresentano una rete indispensabile a sostegno delle fasce deboli, specie se in famiglia c’è un anziano, un disabile o un minore con necessità di assistenza.

L’allarme è cresciuto da venerdì scorso tra gli addetti ai lavori, quando alle varie cooperative e strutture di assistenza è cominciata a giungere via Pec la comunicazione più temuta della direzione Servizi sociali. «La sospensione dei servizi è dovuta all’impossibilità di impegnare risorse finanziarie – spiega l’assessore Giuseppe Lombardo – vista la necessità per il Comune già in dissesto di non creare debiti fuori bilancio. Lo stop all’assistenza riguarda 400 minori disabili gravi, 250 anziani e 70 disabili psichici, assistiti in totale da circa 500 addetti. Prosegue invece l’attività di asili nido e istituti educativi assistenziali per minori indigenti, in quanto garantiti da fondi non comunali, e fino al 31 maggio l’assistenza igienico personale agli alunni. Non è certo una decisione presa a cuor leggero – aggiunge l’assessore – faremo tutto il possibile, compatibilmente con i problemi finanziari dell’ente, per ridare prima possibile dignità a servizi sociali che sono indispensabili e obbligatori, su questo ho la stessa posizione del sindaco Pogliese, che è molto sensibile a questo tema».

«L’allarme principale riguarda in questo momento anziani e minori – rileva Luciano Ventura, segretario generale di Confcooperative Sicilia – e quello che più ci preoccupa è che lo stop possa rapidamente estendersi a tutti i settori dell’assistenza, per questo insieme a Legacoop, Agci, Unicoop, Unci, Pastorale per il lavoro e d’intesa con i sindacati, abbiamo chiesto un incontro urgente alla Prefettura. La situazione è molto grave, penso per esempio ai numerosi anziani disabili psichici che si trovano nelle case di riposo, che spesso sono abbandonati dalle famiglie e non avrebbero dove andare».

«Il disastro é compiuto! Se il Comune in dissesto alza le mani e paralizza quasi del tutto i servizi sociali, ciò significa che l’ente locale nell’indifferenza di Stato e Regione sta rinunciando alla propria missione: assistere i più deboli, assicurare a tutti diritto di cittadinanza». Lo affermano i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl Catania, Rota, Attanasio, Meli e Musumeci. «Adesso non servono ulteriori incontri per tentare inutilmente di mettere qualche pezza qua e là. Il problema è strutturale – aggiungono – il Comune ha bisogno di liquidità che non ha più. L’amministrazione Pogliese, con il supporto di tutti i catanesi, chieda con fermezza a Governo nazionale e Parlamento che nel decreto SalvaRoma sia inserito, anche in forma di prestito, un intervento a sostegno della città. Alla Regione, invece, sollecitiamo un superamento di tatticismi e calcoli per blocchi e campanili contrapposti, perché la situazione è ormai insostenibile». I segretari concludono annunciando una grande mobilitazione unitaria, «perché Catania è viva e nessuno può spegnere la luce!».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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