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Il giorno dei saldi fuori stagione «Tutto fa brodo»

Di Pierangela cannone |

«Come tutte le mode, anche il “Black Friday” è arrivato anche a Catania, ma non tutti ne capiscono la logica e si uniformano alla massa – dice Marco Leonardi, imprenditore nel settore arredo e oggettistica -. I clienti saranno certo contenti di potere acquistare prodotti nuovi a prezzi scontati, e per le grandi aziende è senz’altro un’opportunità di pubblicità autofinanziata. Ma il piccolo commerciante che già stenta a coprire le spese di gestione di un’attività, è uno sforzo privo di motivazione. È lo stesso principio del “Black Friday” a essere sbagliato: vuole battere sulla quantità e questo, per i piccoli commercianti, è deleterio».

Non a caso in molti sono convinti che il “venerdì degli sconti” possa trasformarsi in un’arma a doppio taglio: se da una parte il ribasso invoglia la gente a concedersi qualche extra, dall’altra riduce il margine di guadagno. «La verità secondo me è una sola: il cliente è abituato alle promozioni e quando vede un prodotto non in saldo, non ne valuta l’acquisto – afferma Paola Peluso, proprietaria di un negozio di oggettistica in Corso Italia -. Lavoro in questo settore da sedici anni e ho vissuto in prima persona il riflesso della crisi economica sul commercio. Adesso si comincia a uscirne, ma solo perché studiamo escamotage di vendita diversi da quelli di qualche anno fa. Aderire al “Black Friday” è una forzatura, ma non possiamo farne a meno: estraniarci sarebbe come remare contro corrente. Negli ultimi anni il negozio non è andato in perdita, ma la politica commerciale ormai si fonda sull’inseguimento del cliente».

È presto per parlare di ripresa, quindi, ma sembra che le imprese stiano riuscendo a elaborare la formula magica per fare ripartire il commercio. In questi giorni, inoltre, l’Istat ha pubblicato la sua ultima indagine dalla quale è emerso come, per la prima volta dal 2012, siano migliorati i giudizi delle famiglie sulle proprie condizioni di vita. Sarà davvero che la crisi stia scemando? «Non è mai cessata, ma non è più tempo di enfatizzarla – dice Alessandro Gambino, nel settore delle calzature da trent’anni -. Siamo stanchi di lamentarci e siamo disposti a tutto pur di riprenderci la nostra dignità. Gli sconti sono un’ottima esca per i potenziali acquirenti e anche se molti colleghi pensano che, così facendo, si perda il potenziale di vendita, dovrebbero vedere il bicchiere mezzo pieno: la lunga estate ha penalizzato la vendita della merce invernale, che è ancora in magazzino. Questo weekend può essere un pretesto per fare acquistare qualcosa che ancora non giova».

Ma c’è un altro aspetto da non sottovalutare. «Il “Black Friday” è la risposta all’e-commerce che ha rubato clienti alle botteghe di città – Giancarlo Platania, gestore di un monomarca – Chi andrebbe a lavorare senza guadagnare? Eppure a volte si è costretti a prendere delle scelte che nell’immediato non hanno un effettivo riscontro, ma fruttano nel tempo. La vera crisi, comunque, è psicologica: oggi si ha la necessità di sentire che un prodotto è in saldo per ponderarne l’acquisto». «L’abbigliamento è un capriccio – ribatte Angela Bordonari – ed è alimentato dagli sconti e dalle promozioni che ne incrementano il business. Sono impiegata di un franchising e ho notato che si stanno elaborando varie soluzioni per invogliare il cliente a frequentare la boutique che diventa club e non luogo di passaggio per lo shopping». «Stiamo aderendo ai saldi controvoglia – dice Simona Salemi, collaboratrice di una storica profumeria in via Etnea – perché sono una perdita. Non uniformarsi alla massa, però, sarebbe stato più che controproducente».

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