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Super Camera di Commercio e Fontanarossa, indagine della Procura: 11 indagati

Di Mario Barresi |

Catania. Una scossa giudiziaria che ha come epicentro Catania, in via Cappuccini 2, sede della Camera di Commercio. Ma i sussulti, passando per Fontanarossa, sono avvertiti fino a dentro Palazzo degli Elefanti.Sono oltre una decina gli indagati per varie ipotesi di falso nell’iter di fusione della super Camera del sud-est e nei presunti bilanci “corretti”. Fra questi, come già noto, il segretario della Camera di Catania, Alfio Pagliaro (che è anche commissario incaricato dell’accorpamento), oltre che funzionari camerali e rappresentanti di associazioni di categoria, fra i quali Riccardo Galimberti, presidente di Confcommercio Catania.

Ma l’indagine, seguendo il sentiero sottilissimo delle tracce (documenti, ma anche brogliacci di intercettazioni) lasciate da alcuni dei protagonisti di questa e di altre vicende, arriva dritta al principale centro di potere camerale: la Sac, società che gestisce l’aeroporto di Catania. A finire sotto inchiesta, con l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio, sono i soci che la scorsa estate nominarono l’ex amministratore delegato di Sac, l’imprenditrice turistica catanese Ornella Laneri (anch’essa indagata), fra i quali spicca il nome del sindaco di Catania, Enzo Bianco, oltre a quello di Maria Grazia Brandara, fedelissima di Rosario Crocetta.

Catania. Una scossa giudiziaria che ha come epicentro Catania, in via Cappuccini 2, sede della Camera di Commercio. Ma i sussulti, passando per Fontanarossa, sono avvertiti fino a dentro Palazzo degli Elefanti.Sono oltre una decina gli indagati per varie ipotesi di falso nell’iter di fusione della super Camera del sud-est e nei presunti bilanci “corretti”. Fra questi, come già noto, il segretario della Camera di Catania, Alfio Pagliaro (che è anche commissario incaricato dell’accorpamento), oltre che funzionari camerali e rappresentanti di associazioni di categoria, fra i quali Riccardo Galimberti, presidente di Confcommercio Catania.

Ma l’indagine, seguendo il sentiero sottilissimo delle tracce (documenti, ma anche brogliacci di intercettazioni) lasciate da alcuni dei protagonisti di questa e di altre vicende, arriva dritta al principale centro di potere camerale: la Sac, società che gestisce l’aeroporto di Catania. A finire sotto inchiesta, con l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio, sono i soci che la scorsa estate nominarono l’ex amministratore delegato di Sac, l’imprenditrice turistica catanese Ornella Laneri (anch’essa indagata), fra i quali spicca il nome del sindaco di Catania, Enzo Bianco, oltre a quello di Maria Grazia Brandara, fedelissima di Rosario Crocetta.

IL SINDACO BIANCO: “MIA CONDOTTA CORRETTA”

LO SCENARIO: LA GUERRA E’ PER IL CONTROLLO DI FONTANAROSSA

Proviamo a riavvolgere il nastro. L’inchiesta di Catania sul verminaio camerale (condotta dal pm Pasquale Pacifico con il coordinamento del procuratore Carmelo Zuccaro) è davvero arrivata all’ultimo miglio. In questi giorni, infatti, ad alcune persone – ci risulta 11 – iscritte nel registro degli indagati è stato notificato il verbale di identificazione, elezione di domicilio e nomina di difensore. Un atto che, di solito, anticipa l’avviso di conclusione indagini. I reati a vario titolo ipotizzati sono: falso ideologico commesso da pubblico ufficiale; falso ideologico commesso da privato in atto pubblico; errore determinato dall’altrui inganno; abuso d’ufficio; omissione d’atti d’ufficio.

Il filone principale riguarda le Camere di Commercio. Il punto di partenza, sollecitato da più di un esposto, riguarda il meccanismo con il quale si sarebbe gonfiato il numero di imprese iscritte ad alcune associazioni di categoria. Con lo scopo principale, ma non unico, di acquisire un maggior peso nel nuovo consiglio di Catania-Ragusa-Siracusa, il cui insediamento (già previsto per martedì scorso) è stato rinviato al 28 febbraio.

Negli esposti, ripresi dal Corriere della Sera, si parla di 17.030 aziende siciliane “a loro insaputa” finite fra gli associati di alcune sigle. Fra esse l’ignaro gruppo Abate, oltre che colossi come Decathlon, Auchan, Manpower, Sma e Coin, ma anche aziende partecipate del Comune (Multiservizi) e dall’ex Provincia (Pubbliservizi) di Catania, ritrovatesi rispettivamente negli elenchi di Confcommercio e Confesercenti. Molte anomalie si segnalano anche a Siracusa.A questo filone se ne intreccia un altro, non ancora del tutto esaurito: i presunti bilanci taroccati alla CamCom etnea, 200 dei quali di aziende in odore di mafia. Con un dato significativo: dal 2010 i 2/3 di tutte le anomalie nella presentazione dei bilanci di società di capitali rilevate nel sistema informatico camerale nazionale sono a Catania.

Ma l’indagine dei pm catanesi non poteva non arrivare all’aeroporto. E così, fra scartoffie e chiacchiere in libertà al telefono, il filo rosso conduce alle nomine della Sac. Riportando la macchina del tempo alla rovente estate di “#Fontanarosa”. Il 25 scorso l’assemblea dei soci Sac nominò Daniela Baglieri presidente e Ornella Laneri amministratore delegato. Ed è su quest’ultima scelta, nella bufera sin dal primo momento per la mancanza di requisiti, che s’è anche concentrata l’attenzione della Procura. Un deficit curriculare poi riscontrato dal collegio sindacale della stessa Sac; il cda ne prese atto il 16 settembre e Laneri decadde. Ora la tesi di chi indaga è che chi votò quella nomina fosse consapevole della mancanza dei requisiti. Denunciata e verbalizzata dall’unico socio contrario: Peppino Giannone, presidente della Camera di Commercio di Ragusa, titolare del 12,5% delle azioni. L’indicazione di Laneri arrivò in modo compatto da Roberto Rizzo (commissario CamCom Catania, 37,5%) Maria Grazia Brandara (commissario Irsap, 12,5%), Antonino Lutri (commissario Libero Consorzio di Siracusa, 12,5%) e Dario Tornabene (commissario della CamCom Siracusa, 12,5%).

La matrice delle scelte di Brandara, Lutri e Tornabene (ora indagati) fu rivendicata da Crocetta, che parlò di «nomine di alto profilo, slegate dalla politica». Anche Bianco, sindaco della Città metropolitana allora titolare del 12,5% di Sac, votò per Laneri, facendo mettere a verbale il suo iniziale sostegno a Nico Torrisi (proposto da Giannone, ma sconfitto), con la successiva adesione alla scelta della maggioranza. E ora, per quel voto, come atto dovuto, anche Bianco è iscritto nel registro degli indagati per abuso d’ufficio: la notifica del verbale d’identificazione sarebbe avvenuta venerdì scorso. Atto ricevuto anche da Laneri, per la quale c’è la medesima ipotesi di reato; in attesa di verifiche sul compenso da manager per il quale però risulterebbe una sua rinuncia.

I pm, ovviamente, hanno passato al setaccio anche la successiva nomina di Torrisi (attuale ad, potenziale parte lesa), senza però riscontrare profili di irregolarità.Twitter: @MarioBarresi

Proviamo a riavvolgere il nastro. L’inchiesta di Catania sul verminaio camerale (condotta dal pm Pasquale Pacifico con il coordinamento del procuratore Carmelo Zuccaro) è davvero arrivata all’ultimo miglio. In questi giorni, infatti, ad alcune persone – ci risulta 11 – iscritte nel registro degli indagati è stato notificato il verbale di identificazione, elezione di domicilio e nomina di difensore. Un atto che, di solito, anticipa l’avviso di conclusione indagini. I reati a vario titolo ipotizzati sono: falso ideologico commesso da pubblico ufficiale; falso ideologico commesso da privato in atto pubblico; errore determinato dall’altrui inganno; abuso d’ufficio; omissione d’atti d’ufficio.

Il filone principale riguarda le Camere di Commercio. Il punto di partenza, sollecitato da più di un esposto, riguarda il meccanismo con il quale si sarebbe gonfiato il numero di imprese iscritte ad alcune associazioni di categoria. Con lo scopo principale, ma non unico, di acquisire un maggior peso nel nuovo consiglio di Catania-Ragusa-Siracusa, il cui insediamento (già previsto per martedì scorso) è stato rinviato al 28 febbraio.

Negli esposti, ripresi dal Corriere della Sera, si parla di 17.030 aziende siciliane “a loro insaputa” finite fra gli associati di alcune sigle. Fra esse l’ignaro gruppo Abate, oltre che colossi come Decathlon, Auchan, Manpower, Sma e Coin, ma anche aziende partecipate del Comune (Multiservizi) e dall’ex Provincia (Pubbliservizi) di Catania, ritrovatesi rispettivamente negli elenchi di Confcommercio e Confesercenti. Molte anomalie si segnalano anche a Siracusa.A questo filone se ne intreccia un altro, non ancora del tutto esaurito: i presunti bilanci taroccati alla CamCom etnea, 200 dei quali di aziende in odore di mafia. Con un dato significativo: dal 2010 i 2/3 di tutte le anomalie nella presentazione dei bilanci di società di capitali rilevate nel sistema informatico camerale nazionale sono a Catania.

Ma l’indagine dei pm catanesi non poteva non arrivare all’aeroporto. E così, fra scartoffie e chiacchiere in libertà al telefono, il filo rosso conduce alle nomine della Sac. Riportando la macchina del tempo alla rovente estate di “#Fontanarosa”. Il 25 scorso l’assemblea dei soci Sac nominò Daniela Baglieri presidente e Ornella Laneri amministratore delegato. Ed è su quest’ultima scelta, nella bufera sin dal primo momento per la mancanza di requisiti, che s’è anche concentrata l’attenzione della Procura. Un deficit curriculare poi riscontrato dal collegio sindacale della stessa Sac; il cda ne prese atto il 16 settembre e Laneri decadde. Ora la tesi di chi indaga è che chi votò quella nomina fosse consapevole della mancanza dei requisiti. Denunciata e verbalizzata dall’unico socio contrario: Peppino Giannone, presidente della Camera di Commercio di Ragusa, titolare del 12,5% delle azioni. L’indicazione di Laneri arrivò in modo compatto da Roberto Rizzo (commissario CamCom Catania, 37,5%) Maria Grazia Brandara (commissario Irsap, 12,5%), Antonino Lutri (commissario Libero Consorzio di Siracusa, 12,5%) e Dario Tornabene (commissario della CamCom Siracusa, 12,5%).

La matrice delle scelte di Brandara, Lutri e Tornabene (ora indagati) fu rivendicata da Crocetta, che parlò di «nomine di alto profilo, slegate dalla politica». Anche Bianco, sindaco della Città metropolitana allora titolare del 12,5% di Sac, votò per Laneri, facendo mettere a verbale il suo iniziale sostegno a Nico Torrisi (proposto da Giannone, ma sconfitto), con la successiva adesione alla scelta della maggioranza. E ora, per quel voto, come atto dovuto, anche Bianco è iscritto nel registro degli indagati per abuso d’ufficio: la notifica del verbale d’identificazione sarebbe avvenuta venerdì scorso. Atto ricevuto anche da Laneri, per la quale c’è la medesima ipotesi di reato; in attesa di verifiche sul compenso da manager per il quale però risulterebbe una sua rinuncia.

I pm, ovviamente, hanno passato al setaccio anche la successiva nomina di Torrisi (attuale ad, potenziale parte lesa), senza però riscontrare profili di irregolarità.Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA