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Biancavilla: uccise il marito che la vessava, condannata a 14 anni

Di Vittorio Fiorenza |

CATANIA – Una pena a 14 anni di reclusione per Enza Ingrassia, accusata di omicidio aggravato dallo stato di coniugio. È la sentenza di condanna del giudice per l’udienza preliminare Rosa Alba Recupido nei confronti della casalinga di Biancavilla che uccise il marito, Alfio Longo, nell’agosto del 2015.

Alla donna, che si trova rinchiusa in una struttura di Mascalucia, sono state riconosciute le attenuanti generiche e l’attenuante dello stato d’ira, oltre a beneficiare dello sconto di pena di un terzo dovuto al rito abbreviato. Per le motivazioni, bisognerà aspettare sessanta giorni.

Il pubblico ministero Raffaella Vinciguerra, nell’udienza dello scorso novembre, aveva chiesto una pena di 13 anni e 4 mesi di reclusione. L’imputata è stata assistita dall’avv. Pilar Castiglia, mentre le parti civili (la sorella e i nipoti della vittima), sono state assistite dagli avv. Alfina D’Oca e Vincenzo Nicolosi.

L’omicidio avvenne nella villetta dei due coniugi, in zona Vigne. In un primo momento, Ingrassia inscenò l’assalto di sconosciuti secondo il copione classico di “Arancia meccanica”. Molte le incongruenze e le contraddizioni. La fiction della donna si concluse 24 ore dopo con la piena confessione: «Sono stata io ad uccidere mio marito, ero stanca di subire da quarant’anni violenze ed umiliazioni».

L’omicidio si consumò nella stanza da letto. Ingrassia attese che il marito si addormentasse, dopo una serata di litigi, per poi colpirlo ripetutamente alla testa con un ciocco di legno e lasciarlo disteso sul letto con la faccia trasformata in una maschera di sangue.

«Una gelida assassina», titolarono giornali e tg di tutta Italia, ribaltando la cronaca del giorno prima sulla fantomatica rapina finita male. Il racconto della casalinga fatto agli inquirenti, svelato da queste colonne, tratteggiò invece una vita matrimoniale di maltrattamenti e la doppia personalità del marito: stimato in paese ed impegnato in chiesa, violento e manesco tra le quattro mura di casa. Quella casa in cui gli investigatori trovarono ingenti somme di denaro, piante di marijuana, foto e contatti di pregiudicati biancavillesi ed armi, tra cui una pistola rubata.

Ma questo è un capitolo a parte, oggetto di un’indagine parallela (ne è estranea la donna) su cui gli inquirenti tentano di aprire uno squarcio.

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