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Sondaggi, «Il Bianco IV regge». I catanesi su Giunta e papabili candidati a sindaco

Di Redazione |

Catania – L’agenda politica si infittisce di appuntamenti tra primarie (certe, incerte, possibili, auspicate, temute), elezioni (tornata amministrativa di giugno e regionali di ottobre), congressi (territoriali e nazionali). Con tutti gli aggiustamenti e riposizionamenti che ne conseguono. E non a caso questa è anche la lunga stagione dei sondaggi, da quelli “fai da te” e per forza di cose autoreferenziali a quelli più “certificati”, commissionati ad istituti di ricerca.

Dalle parti di Palazzo degli Elefanti, per esempio, non a caso in questi giorni passano di mano in mano alcuni fogli, una trentina di fotocopie stampate a colori: sono il risultato di un’indagine commissionata all’Istituo Piepoli (e quindi qui si è nel campo dei sondaggi “certificati”) dal sindaco Enzo Bianco la scorsa estate. Un sondaggio, quindi, non fresco di stampa ma ugualmente significativo, perché la volatilità delle opinioni è minore quando le domande si incentrano non sulle intenzioni di voto per i partiti su scenari nazionali o regionali, ma su un giudizio più ampio relativo all’attività di chi governa.

La “foto” che viene fuori da questo sondaggio stride con il tam tam che vorrebbe la città ormai distante dal “Bianco IV”, laddove – per esempio -la soddisfazione complessiva per quanto fatto nel 2016 è pari al 43%, in crescita di 7 punti rispetto al 2015. E’ pur vero che c’è un 54% di catanesi che si dicono insoddisfatti delle risposte date dall’amministrazione ai problemi della città. In crescita (42% contro il 41% del 2015) il gradimento sull’operato del sindaco, aspetto della statistica che conferma (il 46% si dichiara insoddisfatto) la divisione in due parti pressocché uguali della città.

Nelle stanze di Palazzo degli Elefanti la bottiglia viene comunque considerata mezza piena: intanto perché oggi governare – il Paese come una città – è compito estramamente gravoso ed espone a impietose bocciature o comunque cali di consenso. Poi perché con la nuova legge elettorale basta il 40% di voti per andare “a dama” senza passare dal ballottaggio. Infine perché dall’elaborazione dell’Istituto Piepoli emergono dati assolutamente diversi rispetto al giudizio dei catanesi sulle precedenti amministrazioni: l’operato della giunta Stancanelli la scorsa estate veniva approvato dal 21% del campione rappresentativo della città, mentre quello della Giunta Scapagnini soltanto dal 15% degli intervistati. Così il raffronto tra l’amministrazione in carica e le due precdenti dà un saldo positivo per Bianco (+26% rispetto a Stancanelli, +33% rispetto a Scapagnini), anche se per il 40% dei catanesi il quadro cittadino è rimasto sostanzialmente invariato.

Altre percentuali vengono presumibilmente lette con ancora maggiore soddisfazione dall’entourage del sindaco. Sono quelle relative al confronto fra Bianco – la cui immagine migliora nella “pagella” dei catanesi, dalla vicinanza alla gente alla competenza, dalla visione di futuro alla “capacità di generare armonia” – e possibili competitor, del proprio campo o degli schieramenti avversari. Alla domanda “chi preferirebbe come sindaco?” le risposte sono nette, a volte con dati bulgari, come si diceva una volta: il raffronto Bianco-Salvo Pogliese vede il sindaco al 76% contro il 24% dell’europarlamentare di Forza Italia, una “forbice” simile a quello dell’opzione Bianco-Giuseppe Berretta (74% contro il 26% del deputato ed ex sottosegratario Pd). Bianco scende molto sotto il 70% con Michela Giuffrida (61% contro il 39% dell’europarlamentare del Pd) e ancora meno ampie, seppur ugualmente significative, le distanze fra Bianco e Nello Musumeci (56% contro il 44% del presidente della Commissione regionale antimafia) e fra il sindaco opposto a un qualsiasi candidato del Movimento 5 Stelle (57% contro il 43% di un esponente che l’istituto Piepoli non configura, mettendo davanti all’intervistato solo il simbolo).

Morale: in quasi 4 anni di governo della città ci sono stati inciampi amministrativi (il nodo Partecipate) e ferite aperte (l’operazione Gioeni) ma pur facendo tutte le tare possibili al sondaggio – c’è sempre da considerare il peso delle liste in una città come Catania – oggi i catanesi non vedono alternative a Enzo Bianco. Che il 38% dei catanesi vorrebbe candidato alla Presidenza della Regione. Ma questo è un altro discorso. Fors’anche chiuso da sempre.

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