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Ai 4 gemellini di Giarre niente bonus né aiuti

Di Rossella Jannello |

Dopo avere superato lo choc per l’annuncio della gravidanza multigemellare e il trauma per la nascita anticipatissima dei piccoli, venuti alla luce con 3 mesi di anticipo, Dario e Lidia si ritengono baciati dalla sorte per averli a casa, belli e sani. «Ma ai nostri figli – dicono – vogliamo assicurare tutto quello che è necessario per la loro crescita».

Crescere i “magnifici quattro” è infatti una prova di resistenza per la coppia giarrese. La famiglia Manara-Foresta – magazziniere alla Its Italia di Misterbianco lui, impiegata part time da Mc Donald lei, può contare infatti solo su uno stipendio di 1500 euro che percepisce Dario e una indennità di 260 euro (il 30% dello stipendio) che percepisce ancora, fino a ottobre Lidia. In compenso, per alimentare e curare i piccolini ci vogliono almeno mille euro al mese fra pannolini (30 al giorno!), latte ”addizionato”, omogenizzati, per non parlare dei vestitini, della fisioterapia, dei passeggini (due gemellari, che costano 1200 euro l’uno, comprati di seconda mano) e degli “ovetti” per il trasporto in macchina per le (poche) uscite. Anzi, siccome quattro seggiolini nella macchina proprio non ci stanno, con l’aiuto dei parenti e rigorosamente a rate Lidia e Dario hanno anche dovuto comprare una station wagon da sette posti. E poi c’è il mutuo della casa, e poi…… «Vede – esemplifica Lidia – anche la spesa più abbordabile per i bambini, chessò dieci euro, a noi costa il quadruplo».

Eppure, dicevamo, Dario e Lidia sono stati sfortunati. Citiamo a caso: dal 1° gennaio 2015 il Governo Renzi ha previsto un bonus bebè mensile di 80 euro a figlio per tre anni, che sarebbero stati nel loro caso 360 euro al mese, per circa 12mila euro in tre anni. E invece i bimbi hanno avuto fretta e sono nati 15 giorni prima che il bonus scattasse.

Né ha avuto migliore sorte un analogo provvedimento scattato per i nati nel 2014 (art. 1, comma 201, legge n° 147/2013) perchè l’Isee della famiglia “sfora” di 70 euro.

E sempre per questo davvero esiguo sforamento, Dario e Lidia non hanno ottenuto la social card che avrebbe permesso l’erogazione di 80 euro per ogni figlio ogni due mesi fino al compimento dei tre anni, nè quello per buono acquisti da 1000 euro per famiglie numerose monoreddito.

Ed è stato ed è anche difficile far riconoscere ai bambini che, in quanto prematuri devono e dovranno essere aiutati nello sviluppo psicomotorio dai vari professionisti della riabilitazione, i benefici previsti dalla legge 104.

E sono stati sfortunati infine anche con il Comune di Giarre al quale papà e mamma hanno chiesto un aiuto, almeno in termini di assistenza domiciliare perchè per Diego, Antonio, Flavio e Jacopo non ci sono braccia che bastano. Con l’amministrazione Bonaccorsi hanno ottenuto un bonus-farmacia di 1500 euro, più un sussidio di 500 euro al mese per un anno. La nuova amministrazione comunale, tuttavia, attraverso l’assessore alla Famiglia Rosano ha allargato le braccia: Comune in crisi, casse vuote e solo quando sarà approvato il bilancio del 2015, arriveranno i fondi della Regione. «E in quel momento, la sua sarà una priorità».

«Quello che ci tolgono – commenta amareggiata la signora Lidia – lo tolgono ai miei figli per i quali mi ritrovo a chiedere favori a tutti. Vede – aggiunge – questo è il momento di battere il chiodo, perchè in quella attuale che è una fase importante del loro sviluppo, devono essere seguiti e accompagnati. E noi messi nelle condizioni di seguirli: quest’inverno è stato un incubo con tutti e quattro con la bronchite, con uno che è stato anche ricoverato in ospedale. E poi per due di loro c’è stata anche la sesta malattia. Insomma – dice a muso duro – non posso aspettare che il Comune di Giarre si riprenda».

«Mi chiedo – aggiunge Dario – se, dato il caso eccezionale della quadrigemellarità e visto l’Isee della famiglia, non avessero potuto concedere lo stesso i benefici previsti».

E mamma e papà non stanno certo con le mani in mano: tante richieste alle ditte produttrici di pappe e pannolini per una «convenzione» diretta e taglia costi che sono andate a vuoto, lettere al premier Renzi, al presidente Mattarella e al presidente della Camera Boldrini. Quest’ultima, l’unica che ha risposto all’appello, ha girato per competenza la segnalazione alla Regione, appoggiata dall’intervento della deputata Luisa Albanella. Ma non è servito a niente.

Dario e Lidia nonostante tutto non smettono di sorridere quando guardano i loro bimbi, ma vorrebbero fare tutto quello che è possibile per loro. «Ci stiamo impegnando al massimo – dice lei – senza pensare alla fatica nè al futuro». «A volte mi sconforto – confessa lui -. Dopo le malattie invernali li vedo sciupati e allora penso che forse non facciamo abbastanza per i nostri figli».

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