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Picanello, ostriche e vino: la festa dopo il “pizzo”

Di Concetto Mannisi |

Si era pentito, quindi, il legale, di essersi rivolto all’«amico buono» che garantiva rapporti con soggetti del clan Santapaola e con lo stesso Nuccio Mazzei ‘u carcagnusu. Ma questo, se i fatti saranno confermati come sembra, non alleggerirà comunque la sua posizione. Perché il Drago avrebbe continuato a frequentare queste persone e, all’occorrenza, a sfruttarne l’amicizia. Cosa che ha portato l’autorità giudiziaria a disegnare per l’avvocato «un profilo personologico assolutamente allarmante» e contrassegnato da «un’inconcepibile e radicata contiguità con ambienti di criminalità organizzata».

Di più. Nelle carte si legge della «non meno insidiosa condotta del Drago che, sebbene conoscitore dei mezzi giuridici, preferisce la violenza del mondo della criminalità organizzata alla forza del diritto». «Giova per altro rammentare – prosegue la descrizione – che trattasi di un uomo che gode di grande fiducia da parte delle consorterie mafiose visto che l’allora responsabile provinciale per la famiglia Santapaola, Santo La Causa, si recava proprio presso lo studio del citato professionista durante il periodo della sua latitanza».

Eppure, a un certo punto, quasi da subito, l’avvocato Drago comprende di essersi infilato in un guaio. Ciò perché, dopo il recupero dei mille euro, Finocchiaro lo invita a fare bisboccia in un locale del centro storico in cui ostriche e fasulari arrivano in serie e con essi bottiglie di vino tutt’altro che dozzinali. «Ostriche, fasulari – lamenta Drago davanti a una sua collaboratrice – e “poi fai il regalo a questo, fai il regalo a quest’altro, che noi al tuo inquilino l’abbiamo dovuto seguire e poi fare spaventare…”. Quelli a cui ho dovuto fare il regalo manco ci sono andati dall’inquilino. I soldi se li intasca lui…».

«Comunque – prosegue Drago – meglio così. Non ho debiti con nessuno e non devo dare pratiche a nessuno. Quando vengono qui li faccio pagare».

E la collaboratrice, con spirito alquanto discutibile: «Meglio i soldi in tasca a questa gente che all’inquilino, che se le meritava col nervo sulla schiena».

Poi, però, Drago e Finocchiaro hanno una discussione su una questione relativa alla pratica di un amico comune. Finocchiaro, che è della zona di Picanello al pari dell’avvocato, si adira e usa toni forti e sprezzanti. Il legale prova a rabbonirlo, garantendo che si è trattato di un equivoco. E per questo telefona al “compare” dall’ospedale Cannizzaro, dove si trova per l’improvviso ricovero di una parente. Finocchiaro prende per buone le parole dell’avvocato e si mette a disposizione: «Vuoi che chiami qualcuno lì? Hai bisogno di qualcosa?». Per la serie, gli amici ci sono anche nel momento del bisogno.

Quando è allo studio, Drago si lamenta ancora con la collaboratrice: «Comunque, questa è la punizione che mi merito, perché non mi dovevo rivolgere a nessuno per quella storia. Non è giusto che a quello l’ho fatto spaventare.. Perché dice che lo hanno fatto spaventare…».

«Il problema – chiosa la collaboratrice – è un altro. Che quando si è brave persone, purtroppo le cose o si risolvono da brave persone oppure attraverso questi soggetti…».

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