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Arresti clan Laudani, Ilda Boccassini: «Sapevano chi corrompere»

Di redazione |

Milano – «È stata una indagine molto complessa, condotta in perfetta sinergia tra la Polizia e la Gdf. Sono stati seguiti i passaggi di denaro, il denaro raccolto a Milano veniva consegnato alla famiglia Laudani». Lo ha detto il Procuratore aggiunto Ilda Boccassini, a Milano, nel corso della conferenza stampa sull’operazione della Dda di oggi. «Paolo Storari è un fenomeno» ha aggiunto Ilda Boccassini riferendosi al pm titolare dell’inchiesta.

Per coloro che volevano corrompere «era come pescare in un laghetto sicuro: sapevano esattamente chi, come e dove trovare le persone da corrompere». Lo ha detto la responsabile milanese della Dda, Ilda Boccassini, illustrando i dettagli dell’operazione Lidl. «Tutta l’indagine – ha aggiunto – è stata condotta in piena sinergia con l’autorità giudiziaria di Catania». 

«Corrompere in Italia è facile» e «si pagano non solo i funzionari e i dipendenti ma anche i pensionati e chiunque possa avere influenza o segnalare i corruttibili». Ma soprattutto la mafia «cerca la polverizzazione dei dati». «Siamo di fronte a fatture false anche di mille o duemila euro – hanno spiegato gli inquirenti in conferenza stampa -. Volumi non elevati, per scelta». Abbassare la soglia dei movimenti di liquidità (otto i viaggi documentati dalle indagini) rappresenta «l’evoluzione del sistema di corruzione in Italia». E i Laudani, ha detto ancora il Procuratore aggiunto Ilda Boccassini, «sono una famiglia ritenuta il braccio armato di Nitto Santapaola».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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