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Sgominata banda di “trasfertisti” siciliani: rapine al Nord con auto prese a noleggio

Di Redazione |

FIRENZE  – Sgominata una banda criminale di rapinatori in banca a Firenze e nel Triveneto: la polizia di Firenze ha arrestato i responsabili. Sono finite in manette sette persone che, dalla Sicilia, si spostavano in “trasferta” con auto prese a noleggio in Toscana e in Veneto per rapinare gli istituti di credito.

Questa mattina a Caltanissetta, Catania, Misterbianco (Ct), Treviso e Venezia, investigatori della Squadra Mobile di Firenze, con la collaborazione dei colleghi degli uffici delle province interessate, hanno eseguito una misura cautelare, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze, Francesco Bagnai, su richiesta della Procura della Repubblica di Firenze.

Il provvedimento ha disposto 3 custodie cautelari in carcere e 4 arresti domiciliari nei confronti di 7 soggetti (uno dei quali al momento ancora ricercato) ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di rapina, furto e lesioni. 

 

Le indagini sono state avviate nel giugno del 2016, successivamente alla rapina perpetrata in questo centro, in danno della Cassa di Risparmio di San Miniato, nel corso della quale sono stati sottratti circa 130.000 euro.

I successivi approfondimenti investigativi, supportati da numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali nonché da complesse attività tecniche di analisi del traffico telefonico, hanno consentito di acquisire gravi elementi indiziari a carico di un gruppo criminale, composto prevalentemente da pregiudicati siciliani, ritenuti autori anche di ulteriori, numerose rapine compiute in danno di istituti di credito sia a Firenze che nel Triveneto.

I rapinatori hanno dimostrato una consolidata tecnica criminale, riscontrata in diversi episodi delittuosi: erano soliti entrare in 3 nei locali, con un ‘palo’ all’esterno, in contatto telefonico con i complici tramite utenze del citofono, con il compito specifico di avvisare dell’eventuale ingresso di ulteriori clienti che venivano puntualmente privati dei cellulari e, in taluni casi, chiusi a chiave all’interno di stanze della struttura.

Successivamente, i dipendenti venivano costretti a digitare i codici di sblocco delle casseforti, talvolta attendendone la apertura temporizzata. Dopo aver consumato il delitto, infine, spesso lasciavano perdere le proprie tracce tornando a Catania tramite pullman di una azienda di trasporto privato, confondendosi tra gli ignari viaggiatori.

In particolare, gli indagati, congiuntamente ad altri soggetti tuttora in corso di identificazione, sono ritenuti responsabili della tentata rapina di fine luglio a Firenze alla Credem, non portata a compimento poiché quel giorno non vi era fondo cassa disponibile all’interno della filiale; della tentata rapina di metà settembre, a Firenze, a una filiale della Cassa di Risparmio di San Miniato, non venne portata a compimento poiché un avventore, nel tentativo di fuggire, fece scattare una porta allarmata; della rapina di fine settembre, a Sesto Fiorentino, alla Cariparma, nel corso della quale sono stati sottratti circa 25.000 euro. E ancora: della rapina di ottobre, a Venezia, alla Carige, nel corso della quale sono stati sottratti circa 10.000 euro, occasione in cui sono state peraltro provocate lesioni ai dipendenti dell’istituto di credito a seguito di una breve colluttazione; della rapina di ottobre, a Verona, alla UbiBanca, nel corso della quale sono stati sottratti circa 110.000 euro.

Infine della rapina di dicembre, a Venezia, in danno della Banca di Credito Coopoerativo di Marcon, nel corso della quale sono stati sottratti circa 80.000 euro, in cui sono state peraltro provocate lesioni ai dipendenti dell’istituto di credito a seguito di una colluttazione.

Le investigazioni della sezione Antirapina della Squadra Mobile di Firenze, coordinate dal sostituto procuratore Fedele La Terza della Procura fiorentina, hanno portato anche a 6 arresti in flagranza di reato, lo scorso mese di dicembre, all’individuazione di basisti a Firenze ed a Venezia, nonché al recupero di oltre 100.000 euro provento dei menzionati reati, restituiti agli istituti legittimi proprietari.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA