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Ramacca: i migranti, i bambini e la piscina della discordia

Di Gianfranco Polizzi |

I primi alterchi fra le parti sono scoppiati dal momento in cui una donna del posto ha invitato gli astanti a uscire dalla vasca. Il tutto, solo perché il gruppo di migranti erano già entrati in acqua. Un elemento, dunque, riconducibile a convincimenti personali della signora italiana, della quale per ovvie ragioni non forniremo le generalità.

La signora, non contenta dello sfogo, si reca dai gestori dell’impianto, invitando gli stessi a stabilire dei giorni in cui dovrebbero avere accesso i ragazzi di colore. In considerazione del caldo torrido di questi ultimi giorni e della funzionalità che un simile impianto può assumere nel contesto della comunità, si è scatenata una vera e propria guerra fra le parti.

Il primo ad insorgere è stato Salvo Barcellona, responsabile dell’ente gestore cooperativa San Giuseppe che, pubblicamente, attraverso uno dei social più diffusi ha duramente criticato le manifestazioni di intolleranza della signora di Ramacca, esortandola a rivedere gli atteggiamenti di intolleranza manifestati. Come un fiume in piena sono piovute le critiche del responsabile della comunità che ha “intitolato” il suo sfogo come «lettera aperta a una signora razzista di Ramacca». Ecco uno stralcio del contenuto rivolto alla donna: «Ebbene – scrive Barcellona sul social – le dico che questi comportamenti hanno determinato nei cuori dei miei ragazzi un sentimento di non accettazione, delusione e di mancata integrazione. Tali al punto di indurre i nostri ragazzi ospiti a convincersi del fatto che qui non ci vogliono. Nonché di chiedere all’educatore di rientrare in struttura, abbandonando quel giorno che doveva essere di svago. Le chiedo: e se qualcuno si comportasse così con i suoi figli?».

I responsabili della struttura, di contro, hanno risposto “picche” alla richiesta della signora di scaglionare i giorni di accesso alla piscina, per la potenziale presenza dei migranti.

La vicenda, a ogni modo, ha avuto però un epilogo positivo, in quanto sul social sono piovuti gli attestati di solidarietà ai ragazzi e la donna in questione ha capito di aver sbagliato. La “signora x” ieri stesso ha rivolto le sue scuse ai responsabili dell’impianto e della coop, oltre che personalmente a tutti i minori migranti. «Da brava madre di famiglia ha spiegato – conclude Salvo Barcellona – che il suo atteggiamento è scaturito da una preoccupazione per i propri figli. La signora ha capito che il gruppo era composto da ragazzini che, partecipando ad una delle attività esterne previste dalla struttura, avevano solo voglia di giocare, di divertirsi e di dimenticare, almeno per poche ore, il proprio frastagliato vissuto. Ha guardato ognuno di loro negli occhi e ha chiesto scusa».

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