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Le peggiore tratta ferroviaria siciliana è la Agrigento Palermo

Di Stefano Secondino |

ROMA. Prima o poi qualcuno forse dedicherà loro un reality in tv. Il titolo è scontato: «Rotaie da incubo». Sono le linee ferroviarie peggiori d’Italia, quelle dove si viaggia a passo di lumaca, schiacciati come sardine in vagoni fatiscenti, dove si aspettano per ore treni sempre in ritardo, quando non sono soppressi.

Sono le ferrovie sulle quali viaggiano ogni giorno tre milioni di italiani, i pendolari che devono prendere il treno per andare al lavoro o a scuola. Linee che negli ultimi anni hanno visto ridursi costantemente i fondi, dirottati verso la redditizia alta velocità, usata soltanto da 170.000 utenti. Legambiente tutti gli anni fa una classifica delle 10 peggiori ferrovie d’Italia per i pendolari, con il suo rapporto Pendolaria.

Anche quest’anno, nella top ten si riconfermano linee ben note in fatto di degrado: prima la Roma-Lido, poi nell’ordine la Circumvesuviana, la Reggio Calabria-Taranto, la Verona-Rovigo, la Brescia-Casalmaggiore-Parma, l’Agrigento-Palermo, la Settimo Torinese-Pont Canavese, la Campobasso-Roma, la Genova-Savona-Ventimiglia, la Bari-Corato-Barletta. La classifica è stata fatta mettendo insieme le proteste degli utenti per i ritardi e i tagli e situazioni oggettive come la tipologia dei treni, sia per capienza sia per età, la carenza di orari adatti per l’utenza pendolare, la frequenza dei convogli, la condizione delle stazioni.

«L’Italia – scrive Legambiente nel rapporto – ha bisogno di aumentare sensibilmente il numero di passeggeri che viaggiano in treno se vuole ridurre le emissioni di CO2 come previsto dall’Accordo di Parigi. Ma l’entrata in vigore dell’orario ferroviario invernale vede ancora una volta aumentare l’offerta di treni ad alta velocità e poche novità sul resto della rete». Con i treni dei pendolari sempre più scarsi, malridotti e inaffidabili, gli italiani finiscono per preferire l’auto: la Roma-Lido ha visto un crollo del 45% dei passeggeri negli ultimi anni (da 100.000 a 55.000), la Circumvesuviana del 22%. Legambiente denuncia «l’inadeguatezza delle risorse a disposizione per il servizio ferroviario regionale, diminuite del 29,5% rispetto al 2009. Malgrado il cambiamento positivo portato dal Ministro Delrio, con risultati che si vedono negli stanziamenti per l’acquisto di nuovi treni per i pendolari e in questa Legge di Bilancio con la detrazione introdotta per gli abbonamenti, abbiamo bisogno che il tema dei pendolari diventi una priorità di Governo, e che lo sia per molti anni, se vogliamo cambiare questa situazione».

Nella giornata in cui si celebra il disastro delle ferrovie per i pendolari, il ministro Delrio da Bologna prova a lanciare messaggi positivi: «Nel 2017, Rfi e Italferr ci consentiranno di raggiungere un obiettivo importante, da 3,5 miliardi di euro di bandi a oltre 7,5 miliardi di euro: permetterà di portare dei vantaggi a tutti sulle reti ferroviarie italiane. È stato un 2017 di lavoro intensissimo». Parlando dell’interconnessione, una bretella che farà passare nella stazione sotterranea di Bologna i treni ad Alta velocità diretti a Venezia, liberando 53 convogli in superficie per i treni come quelli usati dai pendolari, Delrio ha rilevato che «oggi si conclude un’opera importante che ha ripercussioni sui territori positive, sia per quanto riguarda la velocità di percorrenza e anche per quanto riguarda il fatto che sarà più facile per i pendolari il trasporto quotidiano. Inoltre – ha aggiunto – il sistema dell’Alta velocità continua a migliorarsi», rafforzandosi anche «al Sud, aprendo lotti in Sicilia e sull’asse Napoli-Bari. Si tratta – ha concluso – di una ricucitura economica del Paese, di dare più possibilità al Sud, di cambiare le relazioni e l’economia di questi territori».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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