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Sicilia, l’«oro» del sud-est decolla: «Ecco come gli mettiamo le ali…»

Di Daniele Ditta |

PALERMO – “Mettere le ali” al pomodoro di Pachino piuttosto che alle primizie di Vittoria e farli arrivare in Russia, Medio ed Estremo Oriente entro mezza giornata dal raccolto. No, non è immaginazione. E nemmeno la pubblicità di un noto energy drink. Si tratta invece di un’opportunità reale per tante imprese agricole siciliane: dalla scorsa settimana infatti è possibile spedire ogni giorno prodotti ortofrutticoli freschi dall’aeroporto di Catania con i voli della Fly Dubai. In quantità superiori rispetto alle compagnie che finora ne consentivano il trasporto (Alitalia e Turkish Airline ad esempio) e soprattutto con tariffe più vantaggiose. Inoltre, dallo scalo di Comiso c’è l’opzione dei charter cargo che, se ben sfruttata, potrebbe anch’essa aprire le porte di mercati finora sconosciuti ai nostri produttori.

Un antidoto contro la crisi economica che da diversi anni colpisce le campagne e l’alternativa ad un trasporto su gomma che riduce la “shelf life” delle eccellenze ortofrutticole siciliane, rendendole commercialmente meno competitive rispetto a prodotti di qualità inferiore. Sì, perché il margine di profitto per il prodotto fresco sta proprio nella “durata in vita” di un alimento prima dell’acquisto. Il concetto è semplice: quanto più tempo può rimanere nello scaffale di un supermercato o nel frigo di un ristorante, tanto più un determinato prodotto avrà un prezzo compatibile con la richiesta del mercato e sarà conveniente per chi lo deve vendere.

«Il trasporto in aereo consente di accelerare le consegne e al tempo stesso di aumentare la “shelf life” della merce deperibile. Turchia, Spagna, Israele, Marocco e altri Paesi si sono organizzati da tempo con le spedizioni aeree, facendo arrivare la merce in luoghi lontanissimi in poche ore. Adesso questa possibilità c’è pure per i produttori ortofrutticoli siciliani», dice Giorgio Marino, chief executive office di Airnautic Italia, società che si occupa del trasporto merci (in special modo deperibili) via aereo. Airnautic è stata recentemente nominata agente di vendita per la Sicilia da Fly Dubai, che ha appena iniziato i voli da Catania. Marino – catanese d’origine, con moglie di Vittoria – ha subito rivolto lo sguardo a sud-est. Un territorio che offre tantissimo in termini di coltivazioni, sia in serra sia a campo aperto, ma che sconta un gap dovuto alla troppa parcellizzazione e alle dimensioni medio-piccole delle aziende.

«Nella maggior parte dei casi – spiega Marino, che è anche exclusive sales agent Chapman Freeborn (società di charter aereo leader al mondo) – queste aziende agricole non hanno strutture per vendere all’estero: non conoscono agenti che possano comprare la merce né hanno contatti con la grande distribuzione. Tuttavia, esiste l’interesse a trasportare prodotti ortofrutticoli in aereo. Abbiamo già avuto diverse richieste, il problema è che le imprese agricole siciliane in massima parte non sanno come funziona l’aereo. Bisogna quindi lavorare sull’organizzazione».

Ecco perché a metà luglio, Marino ha già programmato in Sicilia degli incontri con imprenditori di Ragusa, Siracusa, Catania, Marsala e anche del Napoletano. «Non è semplice – aggiunge – far capire la convenienza dell’aereo. Rispetto al trasporto con i camion il prezzo è 4-5 volte superiore, ma chi lavora con il “fresco” ha dei vantaggi evidenti sui tempi di consegna. Proprio Dubai è uno dei più grandi importatori di prodotti ortofrutticoli freschi. La compagnia aerea riesce a caricare su ogni volo circa 3mila kg di merce per 18 metri cubi. E garantisce connessioni via Dubai su Russia e Paesi dell’ex blocco sovietico, Medio Oriente, Estremo Oriente e Africa, con oltre 100 destinazioni». Con Fly Dubai la merce viaggia assieme alle persone, in quanto gli aerei hanno una configurazione diversa: ospitano infatti 110 passeggeri, anziché i canonici 160-170. «Innanzitutto – puntualizza il manager di Airnautic Italia – sfatiamo un luogo comune: il 60-70% delle merci trasportate nel mondo viaggiano su aerei passeggeri. Fly Dubai è la conferma di tutto ciò. Per quanto riguarda il costo dei trasporti, le tariffe proposte sono inferiori della metà a quelle di altre compagnie aeree».

Per volumi più consistenti (da 40 a 100 tonnellate per volo) l’alternativa si chiama charter cargo: in questo caso, è possibile spedire prodotti ortofrutticoli anche dall’aeroporto di Comiso. «Il charter per sua natura non ha necessariamente bisogno di grosse strutture cargo – conclude Marino -. Se ci sono è meglio, in caso contrario non è un problema. A Venezia ad esempio la pallettizzazione avviene in un magazzino fuori dall’aeroporto. Inoltre alcuni tipi di merce si possono caricare senza pallet, negli scali africani sono procedure all’ordine del giorno. A portare lavoro è l’organizzazione, dall’inizio alla fine. Ciò che serve alle aziende siciliane è un maggiore associazionismo».

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