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Migranti, altri 114 morti annegati mentre Roma invia 12 navi alla Libia

Di Redazione |

Il terzo, in quattro giorni. Un altro naufragio di migranti, stavolta di un gommone e ancora un bilancio con 114 «dispersi» che in queste condizioni vuol dire quasi sicuramente «annegati». Il tutto nel nuovo quadro creato dalla chiusura dei porti italiani, dall’invio da Roma di ulteriori motovedette alla Libia e dal più complessivo alzarsi dei ponti levatoi di tutta la «fortezza Europa» che i trafficanti di essere umani chiaramente cercano di anticipare lanciando barconi fatiscenti quasi a raffica.

Come già per il naufragio da 63 vittime segnalato domenica sera, anche stavolta è stato l’Unhcr – l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati – a denunciare con un tweet che «ci sono 16 sopravvissuti di un’imbarcazione che portava 130 persone, delle quali 114 sono ancora disperse in mare». Fonti dell’Unhcr hanno precisato all’Ansa che si trattava di un gommone salpato due giorni fa da Gars Garabulli, a est di Tripoli, e poi «affondato».

Le scarne informazioni occultano l’incubo delle urla, dell’annaspare disperato, di corpi che vanno a fondo in un’allucinante situazione che si può immaginare anche per il naufragio del barcone con «oltre cento» persone di venerdì scorso, quello definibile “dei bambini”: ce ne sarebbero stati dieci a bordo, e di tre neonati sono stati pure ripescati i corpi. Domenica i sopravvissuti erano stati 41.

Sulla «rotta mediterranea centrale», quella tra Italia e Libia, peraltro da anni la più micidiale al mondo, le cifre complessive delle vittime invecchiano ormai di ora in ora: l’Oim, l’Agenzia delle Nazioni Unite per la migrazione, dall’inizio dell’anno al 27 giugno scorso aveva contato la morte di 653 migranti su questo tratto del Mediterraneo che nel complesso, calcolando anche i settori ovest ed est, ha inghiottito nel 2018 quasi mille disperati. L’ecatombe peraltro sta continuando da anni: 15 mila le vittime nel Mediterraneo tra il 2014 e il 2017 e quasi 38 mila se si risale al 2000 sempre solo fino all’anno scorso (dati Oim).

Una tragedia strutturale, ma che sta subendo un’accelerazione: «C’è un allarmante aumento delle morti al largo della costa della Libia. I trafficanti stanno sfruttando la disperata voglia dei migranti di partire prima che, da parte dell’Europa, ci siano ulteriori giri di vite sugli attraversamenti del Mediterraneo», aveva avvertito domenica il capo della missione dell’Oim in Libia, Othman Belbeisi. E il vicepremier Luigi Di Maio ad Agorà rispondendo a chi gli ha fatto notare degli ultimi naufragi di migranti nel Mediterraneo dopo il blocco alle navi delle Ong, ha detto: «Non bisogna utilizzare i morti per questa polemica, ricordiamoci che i morti in mare ci sono stati sempre. Le nostre navi continuano a salvare le persone – ha aggiunro – c’è una differenza fra salvataggio e traghettamento».  

Intanto via libera del Consiglio dei ministri al decreto che consente l’invio di dieci motovedette e due unità navali da 27 metri in Libia.  «Con questo provvedimento – ha spiegato il ministro osì il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, dopo il Cdm – diamo sostanza a rapporti di partenariato che risalgono al 2008 e che peraltro sono stati rinnovati l’anno scorso. Il dicastero che guido, attraverso le Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, ci mette fino a 10 motovedette, più il training al personale per il loro utilizzo. Stiamo parlando di un impegno economico che sfiora gli 1,5 milioni, a fronte di un costo complessivo del provvedimento pari a circa 2,5 milioni. Dunque, il nostro è un apporto fondamentale». «Siamo consapevoli – ha aggiunto Toninelli – che questo non può bastare e che bisogna lavorare per stabilizzare lo scenario, rafforzare lo stato di diritto e la tutela della dignità delle persone sul suolo del nascente stato libico. Ecco perché stiamo via via intensificando la cooperazione con organizzazioni come l’Unhcr e l’Oim, che sono presenti a Tripoli. In attesa che l’Europa si faccia carico in modo solidale del fenomeno migrazioni – ha concluso il ministro – il governo italiano e questo ministero lavorano in modo fattivo per debellare i naufragi di migranti in mezzo al Mediterraneo»COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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