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Caso Windjet, Confconsumatori «ammessa parte civile al processo»

Di Redazione |

CATANIA – Confconsumatori Sicilia, con una nota, ha reso noto che «il Tribunale di Catania, prima sezione penale, in composizione collegiale, con ordinanza letta in udienza ha ammesso Confconsumatori e i passeggeri assistiti dall’associazione come parte civile nel processo contro gli amministratori della Compagnia aerea catanese Windjet» e che inoltre «non sarà più possibile costituire ulteriori passeggeri».

«Il Tribunale – prosegue la nota – ha riconosciuto tra le finalità statutarie dell’associazione quelle della tutela dei diritti dei passeggeri» ed «ha riconosciuto altresì l’impegno di Confconsumatori nel settore del trasporto aereo. Importante anche l’ammissione come parte civile dei passeggeri che consentirà loro di avere riconosciuto, come richiesto, il danno non patrimoniale».

E ancora: «Nei prossimi giorni appena sarà disponibile il testo dell’ordinanza sarà possibile un ulteriore approfondimento dei contenuti della stessa, ma, fin da ora, si può ritenerla un importante provvedimento. Confconsumatori fin dai primi momenti in cui è esploso il caso Windjet nell’estate del 2012 è stata a fianco dei passeggeri assistendoli in tutte le battaglie, non solo in quella penale, tra cui la più importante l’invito a votare no alla proposta di concordato della Società».

«Adesso si apre una nuova fase risarcitoria – dichiara l’avv. Carmelo Calì Presidente di Confconsumatori Sicilia – e nel corso del processo continueremo a far valere le ragioni dei passeggeri e quelle della stessa Confconsumatori quale rappresentante degli interessi diffusi dei consumatori».

Davanti alla prima sezione penale del Tribunale di Catania, che ha fissato per il 15 gennaio del 2019 la prossima udienza,16 persone accusate di bancarotta fraudolenta in relazione al dissesto della compagnia aerea low cost Windjet, ammessa alla procedura di concordato preventivo con un passivo di oltre 238 milioni di euro. Tra gli imputati anche l’imprenditore Antonino Pulvirenti, ex patron del Calcio Catania.

Nell’inchiesta sono confluiti i rapporti della Guardia di Finanza sul dissesto della compagnia che, per l’accusa, sarebbe «stato effetto di operazioni dolose compiute a partire dal 2005». Al centro delle indagini della Gdf un presunto giro di fatture “gonfiate” per creare fondi in nero.

La Windjet, che nel 2009 era la prima compagnia low cost in Italia, con tre milioni di passeggeri, in realtà, sostiene la Procura di Catania, non poteva volare da almeno quattro anni prima della chiusura perché, precisano i pm, «nel 2005 il suo bilancio aveva un passivo di 600 mila euro che tecnicamente non le permetteva di operare». Poi, con una serie di «operazioni di maquillage di bilancio, con una bancarotta che si è dipanata negli anni», grazie anche «a controllori che non hanno controllato», si è tenuta la compagnia aperta. Accuse sempre contestate dagli imputati.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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