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Tutti in fila in autostrade preistoriche

Di Andrea Lodato |

E sì, arrivaci nel cuore dell’estate, nei giorni dei week end, nelle serate clou. Arrivaci nelle località che dovrebbero dare lustro, splendore e redditività alla Sicilia, alimentando un’economia rantolante. Metti una domenica tra luglio ed agosto, scegli qualunque direttrice delle vacanze, del sole e del mare e resterai inesorabilmente intrappolato. Perché strade e autostrade dell’Isola, dove a differenza che in tutto il resto del nostro Paese il traffico continua a crescere non essendoci un dignitoso servizio ferroviario, sabato e domenica sono un inferno.

Domenica scorsa, per esempio, migliaia di auto si sono incolonnate da mezza Sicilia per puntare su Taormina. Al casello di San Gregorio una fila lunga, ma tutto sommato fluida. Ma il dramma comincia al casello di Giardini, e non per chi deve uscire lì, nella cosiddetta Taormina Sud, ma per chi punta sul mare di Taormina, Mazzarò, Spisone, i lidi storici del litorale, gli alberghi cinque stelle come quelli rilevati da Alpitour o come il Caparena. La fila non finisce mai, un paio di chilometri che, essendo perfettamente prevedibili, scoraggiano in partenza tanti altri potenziali turisti.

Si parla di interventi strutturali per Taormina e per l’intero comprensorio con i quattrini del G7. Ci si domanda come sia stato possibile a suo tempo concepire il casello d’uscita autostradale per una delle località più famose del mondo, senza una corsia Telepass. Come? E nei decenni successivi perché nessuno ha pensato che tra tanti lavori in corso (e pochi problemi risolti) forse si poteva ipotizzare la realizzazione di quella corsia che renderebbe molto più agevole raggiungere Taormina di giorno per fare il bagno e di sera, magari, per andare a seguire un concerto al Teatro Antico. Sogni proibiti?

Sogni, in una terra dove farsi del male da soli è lo sport più praticato. E tutti a fare il tifo per i più bravi tra i carnefici. Per chi anziché puntare sulla perla dello Jonio avesse avuto anche domenica scorsa l’idea di inseguire il meraviglioso mare di Porto Palo e Marzameni, di Capo Passero e dintorni, sulla Catania-Siracusa-Gela superato il casello di Siracusa, si rallentava inesorabilmente sino ad arrivare ai maledetti lavori in corso che vanno avanti da anni. Beh, vanno avanti è un modo di dire. Esattamente come le auto, anche lì costrette a rallentare, sino a fermarsi, perdendo ore in quel collo di bottiglia che costringe ad entrare nella corsia unica a doppio senso, percorrerla con santa pazienza e, usciti da lì, riprendere la marcia decente verso Noto e poi verso Sud.

Nel gioco beffardo delle contraddizioni, poi, mentre chi aveva come meta Taormina imprecava per la mancanza di uscite preferenziali con il Telepass, qui su questa autostrada-carrettiera, in fretta e furia qualche anno fa furono realizzati caselli e corsie preferenziali. Come, con quali criteri ingegneristici e di sicurezza possono raccontarlo i tanti superstiti di paurosi incidenti capitati, per esempio, a Cassibile. Una soluzione geniale, caselli che si presentano quasi improvvisi sul percorso autostradale con un restringimento esagerato. E inutile, perché ancora quei caselli sono inutilizzati.

Chi percorre abitualmente queste autostrade, verso Nord e verso Sud, non riesce più nemmeno ad arrabbiarsi. Ma i turisti stranieri si stupiscono e anche tanto: che razza di terra sarà mai questa che brucia le sue bellezze naturali ed architettoniche per colpa di una politica incapace di progettare il presente ed il futuro? Non è una terra. E’ sottoterra.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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