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L’Ortogel e i Tamburino, “pionieri” del succo d’arancia rossa nel mondo

Di Redazione |

CATANIA – Vincenzo Davide Tamburino, il manager morto questa mattina in un violentissimo incidente stradale sulla SS417 Catania-Gela, era l’amministratore unico della Ortogel Spa, azienda catanese nata all’inizio degli Anni 80 che aveva lo stabilimento nella zona industriale di Caltagirone. Da oltre 30 anni sulla breccia, l’Ortogel è stata fondata nel 1978 da un gruppo familiare di agrumicoltori e tecnici provenienti dall’industria agroalimentare. La costruzione dello stabilimento per la produzione di succo naturale di arancia rossa e degli altri agrumi siciliani, applicando la tecnologia del freddo e del congelamento, risale al 1982. Si è così ottenuto un succo di arancia rossa, naturale, non da concentrato, senza additivi, né pastorizzazione, di qualità.

Il “padre” dell’azienda, l’ingegnere Marco Tamburino, è scomparso nel 2011, all’età di 74 anni: un brutto colpo per la società, che ha comunque proseguito l’attività (e oggi rimane una delle poche realtà di una zona industriale desertificata), anche se già nel 2007 aveva dovuto superare alcune difficoltà (con battaglie che impegnarono i sindacati e le istituzioni locali), con conseguenti licenziamenti, e poi nel 2013 è rimasta coinvolta in una inchiesta che aveva portato i carabinieri del Noe a sequestrare per un periodo la fabbrica per presunti reati ambientali connessi allo smaltimento degli scarti della lavorazione di agrumi (il cosiddetto “pastazzo”). Quegli scarti in seguito furono “promossi” da rifiuto a sottoprodotto e l’azienda (con un centinaio di dipendenti) riprese la sua attività cercando di contribuire con le sue conoscenze anche a progetti scientifici per usare gli scarti della lavorazione delle arance nell’industria alimentare e non solo.

Ma la Ortogel e i Tamburino sono stati soprattutto i pionieri del succo dell’arancia rossa siciliana. Vincenzo Davide Tamburino, in una intervista al nostro giornale, ci raccontò come la Ortogel – inizialemente specializzata in prodotti surgelati, si reinventò per restare sul mercato. «Producevamo ortaggi surgelati – disse – ma ci siamo resi subito conto che il mercato era dominato dalle grandi multinazionali e che le primizie siciliane non erano il prodotto ideale per questo tipo di produzione. Quindi abbiamo trasformato l’azienda applicando la tecnologia della surgelazione al succo di arancia rossa. Un po’ alla volta abbiamo cominciato a portare l’arancia rossa in giro per le fiere internazionali. All’inizio è stato tutto molto difficile. Nessuna conosceva il succo dell’arancia rossa che in quegli anni arrivava sui mercati decolorata. Il nostro prodotto veniva scambiato per succo di pomodoro o succo di fragola. Le prime importazioni negli Stati Uniti furono addirittura bloccate. Difficile da credere ma l’arancia “sanguinella” veniva accostata al sangue umano. Tra l’altro la confezione aveva la forma di una piccola sacca, forse credevano fosse plasma per le trasfusioni. Ci sono voluti tre mesi per sbloccare la situazione grazie al determinante intervento di un cliente americano. Oggi non penso si arriverebbe a tanto, ma far conoscere un nuovo prodotto è comunque sempre difficile. Nel corso degli anni il mercato internazionale è completamente cambiato. Col dominio delle grosse catene distributive oggi per esportare bisogna cercare nicchie di mercato e puntare sull’alta qualità».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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