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«Incidenti, le cause principali la velocità e l’ebbrezza»

Di Concetto Mannisi |

«Purtroppo è così – commenta Pina Pirrello, comandante della sezione polizia stradale di Catania – per questo il nostro personale, assieme a quello delle unità operative di Caltagirone e Randazzo, è impegnato costantemente in servizi finalizzati alla prevenzione e repressione di quelle che sono le violazioni più diffuse quali il mancato uso delle cinture di sicurezza, del casco protettivo per i motociclisti, oppure l’utilizzo del cellulare durante la guida e l’inosservanza dei limiti di velocità».

Già, la velocità, causa di tantissimi sinistri. Eppure chi sgarra premendo un po’ troppo sul pedale dell’acceleratore qualche problema finisce inevitabilmente con l’averlo.

«Nei casi più gravi, oltre alla sanzione pecuniaria scatta la sanzione accessoria della sospensione della patente fino a 12 mesi e l’applicazione della decurtazione di 10 punti. Nei casi dei neo patentati, ovvero da meno di tre anni, i punti da decurtare vengono raddoppiati, pertanto è molto facile toccare quota venti ed essere costretti ad affrontare un nuovo esame teorico e pratico per riottenere la patente di guida».

«Noi prestiamo molta attenzione al fenomeno – spiega la dirigente della stradale di Catania – e per contrastarlo impieghiamo autovelox, telelaser in postazione fissa e il sistema Provida, che consente il rilevamento della velocità in movimento, con l’impiego di uno strumento installato su un veicolo della Polizia di Stato».

Altro pericolo, la guida in stato di ebbrezza.

«Anche in questi casi sono tantissimi i servizi svolti con l’utilizzo di precursori ed etilometri in dotazione alle pattuglie su strada. Attraverso l’ausilio di personale sanitario della Polizia di Stato, gli accertamenti – anche finalizzati ad appurare l’eventuale utilizzo di sostanze stupefacenti – vengono eseguiti direttamente sul luogo di controllo e attraverso il prelievo di saliva».

Anche in questo caso la Legge “consiglia” notevole prudenza nell’assunzione di alcol e sostanze stupefacenti, eppure….

«Nei casi più gravi sono previste ammende fino a 6.000 euro e l’arresto da 6 mesi a un anno; inoltre la sospensione della patente di guida fino a due anni. Tali sanzioni vengono raddoppiate nel caso in cui il soggetto in stato di alterato equilibrio psicofisico da alcol o sostanze stupefacenti provochi un incidente stradale. Ovviamente la situazione peggiora se l’incidente provocato determini nelle vittime lesioni gravi, ovvero con oltre 40 giorni di prognosi, fino all’esito mortale».

«In particolare – prosegue Pina Pirrello – è prevista la pena della reclusione da 8 a 12 anni, con la possibilità di elevare tali sanzioni fino a 18 anni di reclusione, nel caso di omicidio plurimo aggravato; è prevista la decurtazione dei punti sulla patente di guida; e con la sentenza di condanna è prevista la revoca della patente di guida con l’impossibilità di conseguirla se non prima che siano trascorsi, nei casi più gravi, 30 anni dalla commessa violazione. Nel caso di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e sotto l’effetto di sostanze alcoliche è pure prevista la confisca del veicolo se il conducente è anche proprietario del veicolo».

Nel 2016, poi, è stato introdotto dalla legge l’omicidio stradale.

«E lesioni stradali gravissime. In pratica, il conducente che sotto l’effetto di sostanze alcoliche o sotto l’effetto di stupefacenti provochi un incidente stradale con esito mortale, soggiace alla misura cautelare dell’arresto immediato e, pertanto, deve essere condotto presso un istituto di pena».

«A tal proposito – conclude la dirigente della sezione polizia stradale di Catania – è opportuno sapere che nelle ipotesi di incidente stradale con esito mortale o con lesioni gravi o gravissime, in caso di rifiuto a sottoporsi ai test specifici l’autorità giudiziaria, su richiesta dell’organo di polizia interessato, può autorizzare il prelievo coattivo con le garanzie di legge».

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