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Catania, Sciavarrello rivive nella “sua” Pinacoteca

Di Sergio Sciacca |

CATANIA – E’ trascorso un secolo dalla nascita di Nunzio Sciavarrello (1918-2013), artista nativo di Bronte, di rinomanza internazionale attento a tutte le arti: la pittura e le arti figurative, in primo luogo, ma raffinato cultore di tutte le muse, competente bibliofilo e in definitiva modello di quella sensibilità rinascimentale di cui l’Italia – e la Sicilia con essa – è stata faro nel mondo. Ora è stata intestata al suo nome la pinacoteca da lui donata alla Provincia e la raccolta di libri fuori commercio che con i documenti connessi costituiscono per diversi aspetti un unicum nel panorama italiano.

Il tutto è allocato in quella che fu la chiesa di S. Michele Minore (in piazza Manganelli), che, restaurata opportunamente, offre ai visitatori un impianto rigorosamente settecentesco vivacizzato dai molteplici colori di ritratti delle personalità culturali italiane, di autoritratti, di pubblicazioni artistiche introvabili di ogni specie e sempre di altissimo valore storico. E’ la creazione di un grande e poliedrico artista. Ci sono creazioni di Guttuso, un ritratto di Rubinstein, una intera galleria di ritratti di personalità della letteratura e delle arti, compreso il premio Nobel Quasimodo ripreso in atteggiamento severo, con lo sguardo profondo, come si conveniva al continuatore dei classici attici in terra sicula. I giovani potranno facilmente rendersi conto del lascito delle passate generazioni, gli anziani potranno ricordare le figure che hanno caratterizzato la nostra cultura nel mondo.

A festeggiare la nuova istituzione culturale accanto ai figli dell’illustre Maestro (Patrizia, Clelia e Andrea) sono accorsi quanti sono stati illuminati dalla sua personalità (tra l’altro fu il fondatore della Accademia di Belle Arti, del Liceo Artistico, dell’Istituto Statale d’Arte e del Teatro Stabile). Il prof. Antonino Blandini, sodale dell’artista e con lui attento a tutte le manifestazione dell’arte, ha tracciato un profilo sentimentale dell’uomo (sempre generoso anche nei periodi più bui della guerra, sempre pronto a indicare le mete civili da raggiungere). Sobriamente ha sottolineato il rilievo delle istituzioni alla cui creazione contribuì, e soprattutto ha indicato il loro fine più nobile: elevare gli interessi della popolazione, diffondere la cultura e con essa l’autentica vita democratica; i figli dell’artista hanno ricordato l’umanità del padre che considerava Catania come la sua Itaca; Enzo Bianco, dopo avere scoperto la targa con l’intestazione della Pinacoteca e biblioteca, ha sottolineato come il Maestro continua a vivere, e insegnare, nella sua istituzione. Nello stesso senso si sono mossi gli interventi di Ettore De Salvo, per la città metropolitana e di Carmelo Indriolo, presidente della pinacoteca di Bronte, anch’essa creata dal generoso artista. Toccante l’omaggio tributato dagli artisti Salvatore Vella al flauto e Giuseppina Vergine all’arpa, che sulle note del grande Rossini ottocentesco hanno fatto gustare la bellezza musicale con maestria espressiva.

Una festa di tutte le arti: che faranno bene alle future generazioni se, sull’esempio di Nunzio Sciavarello, mireranno al bello. La chiesetta di S. Michele è dominata da un’antica lapide raffigurante una bilancia nella quale i valori spirituali devono avere la meglio su quelli materiali ed effimeri.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA