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Tea Falco: «In 1993 la mia Bibi sarà più buona»

E presto vedremo il suo docufilm Ceci n’est pas un cannolo, girato in Sicilia. «E’ un omaggio ai siciliani. La nostra isola cambia in base al punto di vista, farò una “prima” nella mia terra». «L’amore? La chimica si crea con la novità cognitiva. Quando di una persona conosci troppo è già finita»

Di Redazione |
L’attrice catanese ancora nei panni di Beatrice Mainaghi nella serie, sequel di “1992”, in uscita su Sky ATLANTIC HD dal 16 maggio

Poliedrica sarebbe forse la parola giusta. Attrice, fotografa, adesso regista, ma sarebbe meglio dire artista tout court. Tea Falco ha tanti interessi e la sua carriera spazia, si muove su piani che si intersecano. Le immagini come mezzo per esprimersi, certo, anche nel caso del suo social network privilegiato, Instagram, ma anche un pensiero sulle cose della vita. Una ricerca continua che non tralascia la terra dove è nata.

Dal 16 maggio la rivedremo in tv, su Sky Atlantic HD, in 1993, l’atto di mezzo della serie nata da un soggetto di Stefano Accorsi, la trilogia che ci racconta gli anni di Mani Pulite. C’è grande riserbo sulla nuova serie e anche Tea non può ancora parlarne in totale libertà. Obblighi contrattuali. Quel che è certo è che Tea vestirà nuovamente i panni di Beatrice Mainaghi, “Bibi”, personaggio ambiguo e anche tanto criticato nella serie precedente, 1992.

Tea, hai dato la stessa impostazione al personaggio o hai cambiato qualcosa? Troveremo una Bibi diversa? «Quest’anno gli sceneggiatori non hanno voluto dare al personaggio quell’antipatia che aveva contraddistinto Bibi in 1992. In sceneggiatura ha avuto una netta evoluzione da ragazzina problematica figlia di papà, vittima di dipendenze ad imprenditrice responsabile. Ho reso Bibi buona, come se avesse espiato delle colpe».

Non ti sei arrabbiata per l’ironia feroce subìta, soprattutto sui social, nella serie 1992? «No perché impersonificavo Bibi, non me».

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