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E’ la Sicilia la Regione con il più alto tasso di persone a rischio povertà

Di Redazione |

La Sicilia è, in Europa, la regione con il più alto tasso di persone a rischio povertà: il 41,8 per cento. Nell’Isola un terzo dei giovani tra 15 – 24 anni (il 31,9 per cento) non studia né lavora (Neet) e una bimba nata in Sicilia nel 2016 ha una speranza di vita di due-tre anni in meno di una bambina nata altrove.

Sono i dati di una ricerca sull’attuazione in Sicilia del Sia (Sostegno all’inclusione attiva), la misura contro la povertà adottata nel Paese nel 2016 e che, da quest’anno, ha ceduto il passo al Rei (il Reddito d’inclusione), figlio del confronto tra Governo nazionale e Alleanza contro la povertà, la rete che nel Paese collega 37 tra associazioni, sindacati, enti e movimenti del terzo settore. La ricerca è stata illustrata da Liliana Leone, direttrice del Cevas, il centro di studi sulle politiche pubbliche con sede a Roma. In Sicilia ha coinvolto 47 distretti sociosanitari su 55 scegliendo Palermo come il luogo di uno degli otto studi di caso svolti in Italia.

L’indagine rivela che “l’incidenza della povertà relativa in Sicilia nel 2015 è quasi cinque volte più elevata che nel nord Italia” (in pratica, del 25,3 per cento contro il 5,4 per cento), ed è di 2,5 volte maggiore della media italiana. Secondo il report, inoltre, a Palermo il tasso di occupazione tra 15 e 64 anni, nel 2015, è “tra i più bassi d’Italia”. Non solo. Mostra pure un pesante gap di genere: si attesta infatti al 50 per cento per gli uomini ma si ferma al 26,5 per cento per le donne.

Nel capoluogo siciliano, inoltre, “gli stranieri nel 2015 rappresentano il 3,9 per cento della popolazione residente e l’incidenza più elevata tra le otto circoscrizioni si registra nella prima (quella che comprende i quartieri Tribunali-Castellammare, Palazzo Reale, Monte di Pietà) con oltre un cittadino su cinque”.

Secondo l’Alleanza serve “un piano regionale da adottare entro poche settimane e va rafforzato il ruolo di programmazione della Regione”. La filiera è complessa e coinvolge Comuni e servizi sociali, Inps, Asp, scuole, centri per l’impiego, agenzie formative, enti per le politiche abitative, parti sociali, terzo settore, imprese.

In Sicilia “servono punti di accesso, una rete di protezione sociale, regionale e locale, e c’è bisogno di un piano per la lotta alla povertà e dello sviluppo dei servizi all’inclusione”. Ecco perché, per le associazioni, “la Regione deve attivare immediatamente un confronto costruttivo”. “Vogliamo interloquire con il Governo Musumeci, l’Anci e gli enti locali – è il messaggio dell’Alleanza – per organizzare un welfare di prossimità che crei concrete reti di protezione per le fasce sociali più fragili”. Un’area nient’affatto marginale in Sicilia, che è la regione con il reddito medio familiare (21,8 mila euro) tra i più bassi d’Italia.

I dati sono stati al centro del meeting dal titolo “Contrastare la povertà per la crescita della Sicilia”, organizzato a Palermo dall’Alleanza e svoltosi nella sede della Missione Speranza e Carità. Un modo per rendere omaggio alla protesta silenziosa del missionario laico Biagio Conte, che nei giorni scorsi ha digiunato e dormito in strada per “stare al fianco” di chi non ha casa né lavoro.

Ad aprire i lavori, a cui sono intervenuti tra gli altri, l’assessore regionale alla Formazione, Roberto Lagalla, il sindaco di Palermo e presidente di Anci, Leoluca Orlando, l’arcivescovo, Corrado Lorefice e il direttore generale dell’Inps Sicilia, Sergio Saltalamacchia, è stata Rosanna Laplaca della segreteria regionale Cisl, che ha illustrato posizioni e rivendicazioni della Alleanza siciliana.

“Il Rei – ha detto – è una grande sfida e assieme una grande opportunità. Perché punta ad affrontare il tema dell’esclusione sociale con un approccio strategico e in un’ottica complessiva che mette al centro la persona”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA