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Enna, fratture nella roccia sulle pendici della Sp51: la strada resta chiusa

Di William Savoca |

ENNA – È entrata in azione sabato mattina la ditta che dovrà mettere in sicurezza le pendici della Sp 51 “San Calogero” dove, con la folta vegetazione andata a fuoco, sono emerse alla luce delle fratturazioni alla roccia. La tabella di marcia fissata con il sopralluogo di venerdì scorso prevede la riapertura della strada tra una settimana, una scadenza che dovrebbe essere rispettata se i ritmi saranno questi iniziali.

Oggi intanto arriveranno quattro rocciatori di una associazione di volontariato di Partinico (metteranno la loro professionalità a disposizione gratuitamente) per continuare ad operare nel costone roccioso. L’assessore ai lavori pubblici, Dante Ferrari, di comune accordo con il dirigente dell’Ufficio tecnico, Venerando Russo, e il responsabile del Coc, Lorenzo Calaleo, ha fatto una richiesta ufficiale al capo del dipartimento regionale di Protezione Civile, Calogero Foti, per l’arrivo sul posto di una associazione di volontariato di geotecnici, ingegneri e geologici che valuteranno da un punto di vista tecnico qual è la situazione e come intervenire.

Questi, ha evidenziato Lorenzo Colaleo, «ci darebbero la possibilità di una visione più specifica e professionale della situazione anche ai fini di una progettazione immediata per la messa in sicurezza di tutto il costone».

Come detto sin da subito la macchina organizzativa si è messa subito in moto ed insieme ad essa l’intervento sulle pendici. Qui l’incendio del 9 agosto distruggendo la vegetazione ha fatto emergere delle fratture, molte delle quali da ricondurre a diverse decenni fa, fino ad allora nascoste e su cui adesso si sta intervenendo insieme all’abbattimento degli alberi pericolanti.

Fino ad ora i tecnici e la ditta che sta lavorando per mettere in sicurezza le pendici si sono trovati di fronte una situazione che già si conosceva per cui non ci sono state particolari sorprese.

Le condizioni delle pendici non sono apparse gravi ma comunque richiedono un primo intervento di prima messa in sicurezza a cui far seguire un lavoro di consolidamento su cui il comune sta già lavorando per accedere ad un finanziamento regionale.

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