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Nel giorno dei rifiuti, davanti all’Ars la protesta del Comitato No Discarica ad Agira

Di Redazione |

PALERMO – All’Ars la seduta dedicata alle discussioni delle mozioni sull’emergenza rifiuti in Sicilia è stata seguita su un maxischermo, montato in piazza Parlamento, da in gruppo di persone contrarie alla realizzazione della discarica di rifiuti speciali ad Agira (Enna). Fra loro amministratori locali, commercianti, studenti, agricoltori e semplici cittadini. L’iniziativa è stata organizzata dal «Comitato no discarica», insieme al M5S e al deputato dei Cento Passi Claudio Fava.

Il sito di Agira si trova a cinque chilometri dal centro abitato ed è di interesse comunitario. «Chiediamo al governo di ascoltare il grido di allarme di migliaia di cittadini», ha detto in aula la deputata del M5S Elena Pagana, prima firmataria della mozione. Tra le mozioni, anche una denominata «Misure a sostegno dell’economia circolare e della valorizzazione dei materiali post-consumo», primo firmatario Giampiero Trizzino, che impegna il governo a vietare qualsiasi forma di incenerimento dei rifiuti in Sicilia. In discussione anche la mozione del M5S, prima firmataria Stefania Campo, per chiedere la revoca della valutazione di impatto ambientale (Via) dell’impianto di contrada Cutuli a Scicli (Rg).

In aula il deputato del Pd, Antonello Cracolici, ha detto che “dopo la fuga di Vincenzo Figuccia, a poche ore dalla nomina in giunta, è passato più di un mese e il presidente della Regione non è ancora riuscito a trovare un assessore all’Energia. Ma quale emergenza abbiamo di fronte? Quali soluzioni stabili sono state individuate? Musumeci fino ad ora ha solo raffigurato una situazione a suo dire allarmante, e si è limitato a chiedere poteri speciali al governo nazionale. Ma in questo modo il rischio è solo uno: scaricare tutte le conseguenze sui Comuni, che dovranno accollarsi costi aggiuntivi insostenibili».

Per il deputato di Sicilia Vera, Cateno De Luca, «è bene che il presidente Musumeci chiarisca quali poteri ha chiesto al governo nazionale, a quali norme vuole derogare e soprattutto per fare cosa. Ci troviamo di fronte ad un piano regionale sostanzialmente bocciato e soprattutto siamo in presenza di una filiera dell’impiantistica che è del tutto inesistente e lontana dal rendere possibile il raggiungimento degli obiettivi relativi alla differenziata che non sono solo obiettivi di legge ma soprattutto obiettivi di civiltà. E sul fronte dell’impiantistica non possiamo non ricordare che fra i 260 milioni di euro di fondi comunitari a rischio, molti sono destinati proprio a questo settore».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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