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La beffa degli “idonei ma non assegnatari”: «Borse di studio negate»

Di Lino Lacagnina |

Caltanissetta. Parte ufficialmente oggi in Sicilia la raccolta di firme per rivendicare i diritti degli studenti che sono residenti in città diverse dagli atenei. A promuoverla sono gli studenti delle associazioni universitarie UniAttiva (per l’ateneo di Palermo), Koinè (Catania), Chirone (Messina), Alfredo Antieri ed Eleonora Agnello (Kore di Enna). La petizione verrà poi consegnata ai presidenti dell’Ersu di ciascun ateneo siciliano.

«Per gli iscritti dell’anno accademico 2017/2018 – spiegano Chiara Puccio e Silvia Alaimo, rispettivamente coordinatrice e componente di UniAttiva – la possibilità di ricevere tutti i benefici della borsa di studio, è sfumata all’ombra di quattro semplici parole: idoneo ma non assegnatario. Risulta ovvia la contraddittorietà della sentenza delle graduatorie, che ha lasciato sbigottiti la maggior parte degli studenti che hanno partecipato al concorso sperando di poter affrontare l’anno proseguendo i propri studi serenamente».

Successivamente alla proposta di legge “All-In per il diritto allo studio”, partita il 9 aprile 2016 da un’iniziativa popolare e presentata in Parlamento con oltre 50.000 firme, il fondo per il diritto allo studio è effettivamente aumentato.

«La Sicilia – fanno sapere Puccio e Alaimo – passa da 12,5 milioni del 2016 a 25,7 milioni dell’anno successivo. Eppure, nonostante l’argomento sia stato più volte discusso, la situazione rimane invariata e gli studenti degli atenei siciliani si trovano in estrema difficoltà nell’affrontare le spese delle tasse universitarie e dell’acquisto dei libri di testo; situazione che grava maggiormente nel caso dei “fuori sede” non vincitori della borsa, che hanno fatto richiesta per l’alloggio, ma sono comunque costretti a pesare sulle loro famiglie per pagare gli affitti mensili, le bollette, e soprattutto i costi dei viaggi».

Gli studenti degli atenei della Sicilia hanno così deciso di avviare una raccolta di firme tra i colleghi per chiedere ai “vertici” dell’Ersu «che tutti gli studenti ritenuti idonei per reddito e merito dai rispettivi Ersu degli atenei siciliani, possano effettivamente usufruire delle borse di studio che permettano loro un sereno svolgimento della carriera accademica, e che le borse di studio vengano erogate improrogabilmente entro il 31 gennaio di ogni anno accademico».

Rilevano inoltre che «la Regione siciliana nel 2018 non riesce a far fronte ai bisogni delle famiglie, e a garantire tutt’ora un diritto allo studio fruibile a tutti i ragazzi siciliani», per cui auspicano che «la voce degli studenti non venga ancora una volta ignorata».

«La mobilitazione che parte oggi – concludono Chiara Puccio e Silvia Alaimo – è segno del disagio crescente tra gli studenti universitari. Bisogna coprire tutti gli idonei alle borse di studi, assistiamo da anni ormai sempre alla stessa storia: studenti che per il reddito familiare avrebbero diritto ad avere una borsa di studio e che invece non riescono ad ottenere quei fondi che possono garantire loro un sereno percorso universitario».

«Chiediamo quindi – concludono Puccio e Alaimo – un atto di responsabilità e di apertura all’amministrazione regionale, per far sì che il diritto allo studio sia realmente garantito a tutta la comunità studentesca».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA